Home POLITICA POLITICA ITALIANA “Non miglioriamo, stop a passeggiate e tamponi per tutti”, furia Zaia

“Non miglioriamo, stop a passeggiate e tamponi per tutti”, furia Zaia

Il mio appello va soprattutto agli anziani che devono organizzare la loro vita in una sorta di isolamento fiduciario volontario. E ringrazio i supermercati, i negozi di alimentari e le organizzazioni di volontariato che si impegnano ogni giorno per portare la spesa a casa“. 

“Ho molto a cuore gli anziani, altro che Johnson”

Stavolta, nell’ambito della sua quotidiana conferenza stampa da Marghera, Luca Zaia si è rivolto agli anziani, preoccupato per loro dal fatto che “c’è un nemico insidioso: la persona asintomatica che può contagiare fino a 10 persone”.

Infatti il governatore del veneto ha denunciato: ”Si vergogni chi dice ‘il coronavirus alla fine fa morire un po’ di anziani‘. E purtroppo Boris Johnson ha fatto danni anche da noi perché ha diffuso l’idea tra i cittadini, per fortuna pochi, che l’immunità di gregge funziona: ma da noi non funziona così, noi non lasciamo morire nessuno”.

“Non miglioriamo. Basta passeggiate fuori casa”

Quindi il governatore Veneto è passato a commentare la situazione del suo territorio:  Non c’è alcuna flessione dei casi, non possiamo dare segnali tranquillizzanti, noi oggi siamo preoccupati come cinque giorni fa“. Motivi che lo inducono ad intensificare il ‘pressing’ nei confronti del governo, “Chiederò che venga prorogato e che vengano aumentate le restrizioni: devono essere vietate anche le passeggiate fuori casa“.

“Fare un tampone a tutti può salvare molte vite”

Infine Zaia ha tenuto a rimarcare: ”Mi fa piacere che l’Oms abbia detto ieri sera ‘test, test, test’, che vuol dire fare tamponi. Mi spiace che invece il mondo scientifico si sia diviso su questa vicenda, io dico un tampone non fa male a nessuno e possa invece salvare delle vite umane. Se la condizione è quella di oggi , il mio parere è che le scuole debbano restare chiuse. La scuola è bene che si organizzi con l’educazione a distanza perché ho l’impressione che questa partita non si risolverà il 3 aprile. Questa emergenza per noi – ha poi aggiunto plaudendo l’arrivo di nuovi medici – significa un migliaio di persone in più nella sanità e dà la dimensione del sacrificio chiesto a questa comunità”.

Max