Occupazione, da Lavoro&Welfare un convegno per spiegare il modello tedesco – di Andrea Giannetti

    AND 1423AND 1424AND 1510AND 1505 AND 1469AND 1497  Riflettori accesi per il “Modello Tedesco” nella giornata di ieri, 2 ottobre, a Roma all’interno della sede nazionale del Partito Democratico dove  Cesare Damiano, presidente della XI Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera dei Deputati, insieme all’ associazione “Lavoro&Welfare”, ha tenuto un seminario volto a conoscere gli aspetti del modello formativo e lavorativo tedesco per poter riformare quello italiano.

    “L’obiettivo dell’iniziativa –  ha dichiarato Cesare Damiano – e’ quello di offrire un contributo alla conoscenza del modello tedesco, tanto invocato ed evocato in questi tempi, per andare oltre i riferimenti generici e gli slogan. Riteniamo che quando si parla di modelli non si può semplicisticamente prendere di volta in volta quello che più fa comodo, ma l’insieme delle norme”. 

    L’introduzione del convegno, curata da Romano Benini, consulente per le politiche del lavoro, ha dato spazio alla descrizione delle caratteristiche e delle logiche del Modello Tedesco, definito poi dallo stesso Benini, un “sistema” a tutti gli effetti. Secondo l’esperto, la tutela di un valido sistema lavorativo richiede grandi risorse, tra le quali un forte rafforzamento delle politiche interne e una valida connessione tra le politiche attive e quelle passive, come tutt’ora avviene in Germania.

    Gli occhi poi si sono spostati sul sistema formazione – lavoro, dove, sempre secondo Romano Benini, è necessario un innalzamento della qualità e una forte spinta “orientativa” del sistema scolastico. In linea con l’argomento, l’intervento di Pier Antonio Varesi, attuale presidente dell’Isfol, che in un’analisi, poi approfondita da Franco Garippo, membro del consiglio aziendale Volkswagen, ha sottolineato l’importanza della formazione continua e dell’apprendistato e lo spessore del ruolo delle parti sociali e delle imprese, ai fini della creazione di manodopera qualificata.

    Secondo Varesi, ciò che l’Italia può apprendere dal “sistema duale” tedesco è in primis la necessità di una maggiore vicinanza tra il sistema formativo e quello produttivo ed inoltre le modalità per creare un sistema educativo che sia più adatto a percepire le necessità delle imprese, non importandolo semplicemente come una copia del Modello Tedesco, bensì adattandolo alle possibilità e alle esigenze del nostro paese.

    Durante il convegno, presente anche il parlamentare Pd Giovanni Cuperlo, il quale ha affermato che “l’intervento che sta facendo il governo è legittimo e doveroso” e che uno dei problemi dello scenario italiano è la mancanza di omogeneità ed unità, “le riforme strutturali evidentemente non sono sufficienti – ha dichiarato il deputato – bisogna investire per rilanciare la crescita”.  

    D’accordo con Cuperlo, anche Paolo Reboani, presidente di Italia lavoro, che vede la necessità di seguire le linee europee, “permettendo di creare uno stato dove le regioni non legiferino in materia di lavoro”.