OCCUPAZIONE, PELLICCIA: “NECESSARIA LA FORMAZIONE NEL SETTORE ODONTOIATRICO”


A un anno dalla laurea, quasi il 40% dei dentisti è disoccupato o precario contro il 30 per

cento dei medici. Sono i dati che emergono dal secondo Rapporto Eures-Cao – Commissione albo

odontoiatri, dedicato a ‘Le sfide della crisi alla Professione Odontoiatrica, tra qualità delle

prestazioni e distorsioni di mercato’.

Secondo lo studio, effettuato su un campione di circa 400 studenti e neolaureati e 30 docenti di 28

corsi di laurea, tra il 2012 e il 2013 il tasso di occupazione dei dentisti italiani ad un anno del

conseguimento del titolo è passato dal 70 per cento al 63 per cento.

“Qualcuno dice che il futuro sarà peggiore, qualcuno dice che la crisi sta portando alla fine del

mercato e che l’odontoiatria è finita, ma per qualcun altro capace di trovare nuovi stimoli e

strumenti per migliorare la gestione della propria professione, il nuovo anno porterà una

trasformazione”. È il commento in controtendenza del professor Antonio Pelliccia, esperto di

marketing e management odontoiatrico, convinto che questi due strumenti possano diventare ancora

di salvezza anche per il più piccolo studio medico odontoiatrico.

“Sta per terminare un altro anno, sono ventuno anni che svolgo questa professione al fianco dei

dentisti italiani, e credo che nonostante l’attuale momento di crisi che colpisce tutti i settori, anche

quelli un tempo più floridi, non si debba smettere di credere nel cambiamento” aggiunge ancora

Pelliccia che, a partire da gennaio 2015, curerà la XII edizione del corso pratico annuale di

Marketing e Management – Arianto srl rivolto ai professionisti del settore del dentale.

“Si spende molto per la professione, dalla formazione personale a quella del proprio team, fino alle

consulenze per la gestione del proprio studio medico. I costi richiedono un controllo costante e

competente e non hanno mai insegnato agli odontoiatri che gli investimenti e la gestione economica

dello Studio sono i punti deboli; al massimo hanno sentito parlare della gestione fiscale, anche in

modo complicato. La pubblicità ha modificato la relazione con il mercato e con i pazienti, il Web ed

Internet sono diventati la fonte documentale dove le persone formano le proprie opinioni, anche di

questo si parla molto, ma senza dare soluzioni pratiche e facili da comprendere per un

professionista che fino ad oggi pensava di doversi aggiornare solo dal punto di vista strettamente

clinico, al massimo con l’ausilio delle migliori tecnologie e grazie all’acquisizione delle metodiche

innovative”.

“La soluzione oggi è il Management e il Marketing etico – spiega ancora il professore -. Bisogna

dedicarsi all’analisi ed alla gestione operativa di questi cambiamenti. Evidenzio sempre un concetto

durante i miei corsi e nelle partecipazioni a congressi dedicati a professionisti del settore sanitario:

il futuro non si prevede, ma si programma. Il Marketing ed il Management, devono essere un

investimento e non un costo, quindi si misurano. Cosa fare allora? Servono soluzioni. Studiare

queste nuove materie gestionali serve per imparare intanto a porsi le domande giuste, perché

occorre saper fare la diagnosi prima di tutto, sia in caso di espansione che di mantenimento del

mercato e non bisogna tralasciare l’occasione di apprendere gli strumenti manageriali che ormai

sono indispensabili per migliorare la gestione della propria professione e del team. Apprendere e

Cambiare sono due facce della stessa medaglia. Può essere molto utile lavorare inizialmente

insieme per svolgere un check up sullo stato dello studio, sulla pianificazione economica e sulle

strategie per aumentarne la competitività, ma anche la qualità stessa della vita dei suoi

componenti”.