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Omicidio-suicidio in famiglia: oggi è toccato a La Spezia

Accanto al già di per se tristissimo fenomeno degli omicidi-suicidi in famiglia, sebbene con minore frequenza, anche la casistica relativa al solo omicidio (per pietà, raptus, o disperazione) di un parente gravemente infermo, è purtroppo una costante nelle nostre cronache. Ora poi, con l’avvento delle festività dove, dai post ipocriti e ruffiani dei social, agli spot commerciali delle televisioni, si amplificano ‘le gioie familiari’, chi non ne ha da condividere è ulteriormente ‘stimolato’.
Solo ieri abbiamo letto di una madre del torinese, che ha ucciso a martellate la figlia disabile e, già oggi, qualcosa di simile si è ripetuto a la Spezia.
Qui a scoprire i corpi senza vita di due anziani coniugi è stata la badante della donna 75enne, gravemente inferma. A quanto sembra il marito, devastato dalle condizioni di sofferenza dell’amata moglie, l’avrebbe prima uccisa per poi suicidarsi a sua volta. Ad ogni modo spetta alla polizia ricostruire l’esatta dinamica della vicenda.

Solitudine e povertà sono una costante

Quello che possiamo limitarci a fare nel nostro piccolo, è di sottolineare l’impressionante escalation di un fenomeno che in realtà denuncia una situazione a nostro avviso altrettanto grave: la maggior parte di quanti sono costretti a convivere con un parente stretto gravemente malato ‘sono sempre soli’. Non ‘godono’ di nessun vantaggio: ne assistenziale e ne economico – eccezion fatta alcune volte per 4 ‘spicci’ elemosinati all’Inps – persone nascoste nell’ombra di case povere e isolate, dove il massimo della ‘vita sociale’ per questi poveri coniugi o genitori, è il breve tragitto alla vicina farmacia per fare incetta di farmaci…
Max