Omicidio Willy, “l’aggressione è durata un minuto”

(Dall’inviata Silvia Mancinelli) “L’aggressione costata la vita a Willy Monteiro Duarte è durata un minuto”. Un'”azione fulminea, veloce e molto aggressiva”. Così nell’aula della Corte di Assise del Tribunale di Frosinone, dove è in corso l’udienza del processo per l’omicidio del 21enne di Paliano, Agatino Roccazzello, comandante Nucleo operativo Radiomobile di Colleferro, tra i sei testi del pubblico ministero ascoltati.  

“Con i fotogrammi della telecamera di video sorveglianza, poi confermati dallo screenshot inviato da uno dei testimoni, è possibile affermare che l’aggressione costata la vita a Willy Monteiro Duarte è durata un minuto”, ha detto Roccazzello. L’aggressione, durata in realtà un minuto e 25 secondi, è limitata dalle immagini della telecamera che riprendono il Q7 dei fratelli Bianchi che, spiega ancora il comandante, “parcheggia a 5/10 metri dal luogo dei fatti alle 3.23 e si allontana alle 3,24”. 

Si è trattato dunque di un'”azione fulminea, veloce e molto aggressiva”. “Tutti e 4 gli imputati sono sul luogo dei fatti e con parte attiva. I fratelli Bianchi – ha raccontato ancora Roccazzello – scendono repentinamente dal suv, parcheggiano in un posto adiacente ai giardini. L’atteggiamento di Pincarelli e Belleggia, in particolare, sembra quasi remissivo, quello di un chiarimento verbale, poi sembrano prendere coraggio con l’arrivo dei Bianchi. Willy viene colpito da un calcio, cade a terra, tenta di rialzarsi e viene colpito nuovamente. Sia Belleggia che Pincarelli colpiscono Willy quando è già a terra e non può reagire. Pincarelli va a colpire con dei pugni Willy, Belleggia sferra un calcio come se colpisse un pallone, dal basso verso l’alto, come poi si evince dalle intercettazioni”. 

Lucia Monteiro Duarte, che al suo avvocato ha detto di voler seguire tutte le udienze del processo per l’omicidio del figlio, è uscita dall’aula mentre il comandante ricostruiva dettagliatamente gli attimi dell’aggressione in via Bruno Buozzi. Minuta, distrutta dal dolore, è sorretta dal presidente del Consiglio Comunale di Paliano che con lei è entrata questa mattina in Tribunale. 

Comandante stazione Carabinieri: “Quella notte scesi in strada per urla non normali’
 

“La notte del 6 settembre 2020 era una notte d’estate normale, di movida. Ero nel bagno della caserma che ha una botola che dà su via Buozzi, dove sono successi i fatti. Il rumore in strada era consueto, per la movida, ma alle 3,30 ho sentito delle urla non normali, forti e una donna che gridava”. E’ iniziato così, nell’aula della Corte di Assise del Tribunale di Frosinone, l’audizione del comandante della Stazione di Colleferro, il maresciallo maggiore Antonio Carella, uno dei sei testi del pubblico ministero che sono ascoltati nell’udienza di oggi. 

Collegati dal carcere i fratelli Gabriele e Marco Bianchi, in aula Francesco Belleggia. “Sono sceso in strada in abiti civili – continua il maresciallo – una persona mi ha raccontato cos’era successo, sono andato alle spalle della caserma e lì, sul marciapiede, ho notato un ragazzo a terra e 5/6 ragazzi vicini a Willy. Ho chiamato la centrale operativa, ho chiesto rinforzi e mi sono attivato per capire chi fosse stato”. E’ stato a quel punto che le parole di uno dei ragazzi presenti hanno spianato la strada alle indagini. “Uno dei presenti sul posto mi ha detto che erano stati dei ragazzi di Artena a ferire Willy, gli ho dato il mio numero e gli ho chiesto se avesse un video, una foto da mandarmi scattata durante l’aggressione”. 

“E la foto mi è arrivata alle 3,49 con una targa, quando era da poco arrivata l’ambulanza a caricare Willy, sul centro del marciapiede. Risaliti all’intestataria del suv, la moglie del fratello maggiore dei Bianchi, siamo andati ad Artena. Alle 3,55 siamo arrivati in via cardinal Scipioni, dove c’è il locale del fratello, e abbiamo trovato i 5 ragazzi (i quattro arrestati e il quinto scagionato dalle accuse, ndr) che stavano per entrare nel bar”. “Li abbiamo chiamati, erano nervosi, inizialmente hanno fatto finta di non sentirci. Nel locale abbiamo cercato di approcciarli, abbiamo preso un caffè con loro e mentre parlavo coi Bianchi, mi è arrivata la telefonata che Willy era morto. Invitati a venire con noi a Colleferro erano agitati, Gabriele aveva la camicia blu con due asole strappate”.