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Omicron 5, esperti e virologi per lo più sono concordi: non è come un’influenza ma se vaccinati no problem

Nonostante la guerra in Ucraina, nelle prime pagine dei giornali continua però a ‘tenere banco’ il Covid, o meglio, Omicron 5. Una variante che specialmente in queste ultime settimane sta registrando una notevole recrudescenza, aprendo così diversi scenari legati alla diffusione dei contagi dopo l’estate. Ma, soprattutto,  se e quanto è pericolosa?

Omicron 5, le parole di  Di Perri: “Sì, il Covid è tornato ma ormai è come un’influenza”

Nello specifico, a sollevare parecchie questioni, è stato Giovanni Di Perri, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’ospedale Amedeo di Savoia di Torino il quale, in un’intervista ha affermato che “È improbabile che il virus muti riacquistando una maggiore capacità di ledere. Non gli conviene, anche per lui è meglio rimanere un addizionale. È una buona notizia perché non dobbiamo preoccuparci troppo, nemmeno delle nuove varianti. Io al momento ho nove pazienti,ed a tutti ho fatto la Tac polmonare perché se c’è anche solo un sospetto bisogna agire in fretta. Solo uno dei pazienti, però, ha un’infezione da coronavirus. Uno su nove. Non è un numero allarmante“.

Omicron 5, le parole di  Di Perri: “Le persone che finiscono in terapia intensiva al 90% sono soggetti anziani o con gravi problematiche”

Ma non solo, ha  continuato Di Perri, “Le persone che finiscono in terapia intensiva al 90% sono soggetti anziani o con gravi problematiche pre-esistenti. Insufficienze cardiache, obesità, patologie croniche. Il coronavirus sta diventando l’equivalente dell’influenza, ed è un bene. Il virus è mutato così tanto con lo scopo di aumentare la sua contagiosità che ha perso sul lato della patogenicità. In termini semplici, non fa più così male, questo anche grazie ai vaccini che hanno ridotto il rischio, ma col tempo il Sars-Cov-2 è stato meno capace di lederci. Con Omicron abbiamo registrato almeno dodici milioni di infezioni. Sono quelle ufficiali, il numero reale è presumibilmente molto più alto. Questa ‘lenzuolata’, mi si passi il termine, ha prodotto un’immunità spontanea che è migliore rispetto a quella vaccinale perché è più fresca e riguarda le varianti che circolano adesso“.

Omicron 5, Pregliasco: “Ci sono anche casi di polmonite e di polmonite interstiziale, e quindi non è assolutamente da sottovalutare”

Una domanda rispetto alla quale, puntuali, sono stai chiamati a risponderne virologi ed esperi. Ad esempio, per il virologo e docente all’università Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco il quale, tiene subito a denunciare che è “messaggio distraente“, paragonare Omicron 5 ad una comune influenza. “E’ vero, la gran parte della replicazione delle nuove sottovarianti di Omicron come Omicron BA.5 avviene nelle prime vie aeree, quelle superiori, ma questo virus non si è ancora completamente raffreddorizzato. Ci sono anche casi di polmonite e di polmonite interstiziale, e quindi non è assolutamente da sottovalutare“.

Omicron 5, Pregliasco: “L’organismo colpito riesce a evitare una replicazione virale più profonda e più ampia”

Piuttosto, secondo il noto virologo milanese, “Siamo di fronte a un normale, tendenziale adattamento evoluzionistico del coronavirus pandemico. Una serie di mutazioni che vanno in una direzione vantaggiosa, di un quadro clinico in generale più tranquillo, però grazie anche – e dobbiamo dirlo – al contributo della vaccinazione, del gran numero di soggetti vaccinati”.

Omicron 5, Bassetti: “In 3-4 giorni massimo in un vaccinato questa forma si risolve”

E’ invece d’accordo sul fatto che, per certi versi, questa variante possa essere comparata ad un’influenza, ribatte il direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, secondo cui “fondamentalmente penso che sia così, in alcuni casi anche meno. Abbiamo forme di raffreddore rinforzato, naso che cola e mal di gola. In 3-4 giorni massimo in un vaccinato questa forma si risolve“. Dunque, spiega ancora, “L’ultima variante non scende quasi mai nei polmoni, viene dal Portogallo dove sta passando senza danni. Siamo di fronte ad una forma simil influenzale, quindi molto contagiosa, ma se osserviamo i dati delle ospedalizzazioni nei Paesi dove BA.5 è già passata non si sono alzati, si è ricoverata pochissima gente“.

Omicron 5, Bassetti: “Basta vaccinarsi, Certi atteggiamenti catastrofisti non vanno bene”

Come commenta il noto infettivologo liogure, “Ci dobbiamo abituare a vedere situazioni come quella che stiamo vivendo oggi, ovvero l’aumento dei contagi, le avremo sempre. Dopo di che, è utile indicare ogni giorno in Italia chi è positivo ad un tampone? No. Creiamo solo insicurezza. Abbiamo le armi per affrontare questa infezione e dobbiamo guardare avanti“. Dopo aver tenuto a rimarcare che, anche il collega Di Perri (sostenitore della ’non pericolosità’ di questa variante), Bassetti conclude: “Noi due lavoriamo in reparto e abbiamo ogni giorno a che fare con il Covid. Il virus circola e pensando ad ottobre non possiamo mettere la gente in scacco oggi solo per costringerla a vaccinarsi. Il virus non morde ed è una forma molto simile all’influenza, i vaccini fatti ci coprono dalle forme gravi della malattia. Certi atteggiamenti catastrofisti non vanno bene“.

Omicron 5, Andreoni: “Possiamo parlare di ‘influenza’, ma con la dovuta cautela, Sars-CoV-2 non è andato in soffitta”

Anche per Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma (e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali – Simit) – “Clinicamente è già un’influenza, magari con un febbrone, ma certamente non stagionale, visto che sono 9 mesi che sta circolando in maniera violenta considerati anche i decessi. Quindi possiamo parlare di ‘influenza’, ma con la dovuta cautela, Sars-CoV-2 non è andato in soffitta e la sottovariante Omicron BA.5 ci dimostra che qualche elemento di preoccupazione rimane. Non possiamo pensare che sia tutto finito“.

Omicron 5, Andreoni: “Siamo di fronte ad un virus che continua a mutare, dobbiamo ancora stare molto attenti”

Oltretutto, prosegue l’esperto, “Ci possiamo consolare con un impatto clinico della malattia che oggi non è terribile, ma dipende dalla scelta che si vuol fare da un punto di vista politico. Siamo di fronte ad un virus che ancora non ha travato una sua stabilizzazione, continua a mutare, quindi dobbiamo ancora stare molto attenti“.

Omicron 5, Lopalco: “Meglio non confondere le due patologie, Covid-19 è Covid-19 e influenza è influenza”

E’ invece molto più cauto dei suoi colleghi, il l’epidemiologo (e docente di Igiene all’Università del Salento ) Pier Luigi Lopalco, che osserva: “Covid-19 è Covid-19 e influenza è influenza. Non sono uguali. Il carico di malattia e l’impatto sulle strutture sanitarie causato dall’ondata di Omicron lo scorso inverno è stato maggiore di quello causato da una stagione influenzale. In più non conosciamo ancora il carico dovuto al Long Covid. Quindi meglio non confondere le due patologie“.

Omicron 5, Lopalco: “Perché mai dovremmo rinunciare a queste misure di controllo?“

Ovviamente, aggiunge poi Lopalco, è la qualità e la durata delle misure di contenimento a fare la differenza: “L’influenza è una patologia importante che finalmente abbiamo tenuto sotto controllo grazie a una maggiore copertura vaccinale e all’uso diffuso di mascherine. Perché mai dovremmo rinunciare a queste misure di controllo?“.

Omicron 5, Lopalco: “L’isolamento dei positivi asintomatici andrà rivisteo, ma guai a pensare che un portatore di virus possa liberamente andare in giro”

Quindi, riguardo alle spinte ed alla ‘normalizzare’, l’epidemiologo fa notare quanto sia importante che, al minimo sospetto ci si metta in ’quarantena  domiciliare’, anche laddove il tampone non sia stato formalizzato. Dunque, conclude lo specialista, “Con Omicron le regole dell’isolamento dei positivi asintomatici andranno riviste, ma guai a pensare che un portatore di virus possa liberamente andare in giro a diffonderlo. Non va bene per l’influenza, ancor meno per Covid-19“.

Omicron 5, Minelli: “I completamento vaccini diventa l’elemento strategico per un controllo definitivo della pandemia”

L’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata, osserva che “E’ dall’avvento di Omicron che si continua a discutere di un possibile virus ‘raffreddorizzato’ e cioè di un virus che, per un suo progressivo adattamento all’uomo, avrebbe generato varianti via via meno virulente. Sul versante squisitamente immunologico, mi limito a dire che le difficoltà che il coronavirus sta incontrando e sempre più incontrerà sono legate ad una sinergia straordinaria di dinamiche difensive prodotte dalla vaccinazione e dalle infezioni di persone vaccinate e non vaccinate. Ecco perché procedere al completamento dei programmi di vaccinazione diventa elemento strategico per un controllo definitivo della pandemia“.

Omicron 5, Minelli: “La pandemia incontrerà ostacoli per lui sempre più difficili da superare”

Come spiega infatti ancora l’esperto, “Sono i dati scientifici provenienti dai focolai attivi nelle diverse aree del mondo a dirci univocamente che la pandemia è ufficialmente entrata in una fase in cui il Sars-CoV-2, con tutte le sue prossime possibili performance, incontrerà ostacoli per lui sempre più difficili da superare, se non in termini di diffusività, certamente in termini di pericolosità e, dunque, di letalità“.

Max