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“Omicron è presente all’89% dominando nel mondo”, l’Oms: “Minor rischio di malattia grave e morte, ma aumento dei ricoveri”

“Sulla base delle evidenze attualmente disponibili, il rischio complessivo relativo alla variante Omicron rimane molto elevato. La situazione epidemiologica di Sars-CoV-2 nel mondo vede l’inesorabile e continuo calo della prevalenza della variante Delta, e una circolazione di livello molto basso di Alfa, Beta e Gamma”.

E’ quanto si evince dal report settimanale redatto dall’Organizzazione mondiale della sanità, ed aggiornato quindi a questa settimana.

Omicron, l’Oms: “L’89,1% dei sequenziamenti raccolti in vari paesi sono ad appannaggio della variante Omicron”

Premesso dunque che ormai Omicron ha il “predominio su scala globale”, spiano i tecnici dell’Oms, analizzando i campioni raccolto nell’ultimo mese – si tratta di ben 372.680 sequenze inserite nella piattaforma Gisaid – è emerso che quasi il 90% (l’89,1% precisamente), sono ad appannaggio della variante Omicron, cioè 332.155. Le restanti sequenza indicano invece il 10,7% della Delta (39.804) mentre, 28 sequenziamenti appartenevano invece alla variante Gamma, 4 alla Alfa, con altri 2 campioni infine attribuiti alla Mu ed ala Lambda.

Omicron, l’Oms: “Ho portato un rapido aumento del numero di nuovi casi in più Paesi, dove ha sostituito altre varianti, inclusa Delta”

La buona notizia, prosegue il report, è che in quei paesi dove Omicron ha registrato un aumento esponenziale fra novembre e dicembre, iniziano ora ad evidenziare un sostanziale calo di contagi. Tuttavia l’Oms persegue grande cautela, spiegando che “Rispetto ad altre varianti, Omicron ha mostrato una maggiore capacità di diffusione all’interno della comunità, portando ad un rapido aumento del numero di nuovi casi in più Paesi, dove ha sostituito altre varianti, inclusa Delta“.

Omicron, l’Oms: “Minor rischio di malattia grave e morte, ma aumento significativo dell’incidenza dei ricoveri negli ospedali”

Confermata anche la non aggressività di Omicron che, spiega ancora il report, mostra “un minor rischio di malattia grave e morte con l’infezione Omicron rispetto ad altre varianti. Tuttavia, a causa del numero molto elevato di casi, molti Paesi hanno visto un aumento significativo dell’incidenza dei ricoveri, che ha messo sotto pressione i sistemi sanitari“.

Omicron, l’Oms: “Ravvisato un tasso di contagio secondario all’interno di nuclei familiari più alto rispetto a quello della Delta”

Certo, rimarca l’agenzia Onu per la salute, ciò che impressione di questa variante è – come dicevamo – l’elevata trasmissibilità che viene evidenziata. Più studi hanno infatti confermato, si legge, ‘un tasso di contagio secondario all’interno di nuclei familiari più alto rispetto a quello della variante Delta, ad esempio: 31% per Omicron contro 21% per Delta secondo uno studio condotto in Danimarca.

Omicron, l’Oms: “L’alto numero di asintomatici può comportare un tasso di rilevamento più basso, contribuendo alla trasmissione”

Infine, specifici studi condotti sia in India che in Sudafrica, rispetto a chi è stato colpito da Delta, i test condotti fra le persone contagiate, hanno mostrato una maggiore percentuale d’infezione asintomatica. Quindi, conclude il report dell’Oms, “La maggior frequenza di asintomatici può comportare un tasso di rilevamento più basso, e quindi contribuire ulteriormente alla trasmissione”.

Max

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Max Tamanti