BENESSERE

Ora solare, sabato si cambia. L’esperta: diventiamo lepri o zombie

Ci risiamo. Ancora qualche giorno e, sabato prossimo o meglio, nella notte tra sabato 26 e domenica 27 ottobre, torna il rituale invernale di spostare le lancette dell’orologio indietro di un’ora. Una visione ormai ‘poetica’, visto che ormai è tutto digitalizzato (vedi gli smartphone), e dunque domenica ci si sveglierà trovando ‘come per magia’ l’orario aggiornato. Dunque, almeno fino a domenica 29 marzo 2020 siamo a posto così. Poi sarà la volta dell’ora legale.
E se con il ciclico rituale che ci porta prima il ‘buio alla sera’ (ora solare), si inganna l’attesa consolandoci con il classico: ‘che bello, domenica si dorme un’ora di più!’, con altrettanta puntualità torna però anche l’annoso dibattito: questo cambio di orario fa bene o crea problemi?

Occorre una settimana per abituarsi al cambio

Ebbene che piaccia o meno, la risposta è sì: per quanto minimo, questo cambio di orario crea problemi al nostro fisico. A ribadirlo stavolta (si fa ogni ano!), è la psicologa e psicoterapeuta Vincenza Castronovo, esperta in medicina del sonno presso il Centro di Medicina del sonno dell’ospedale San Raffaele di Milano la quale, senza esitare spiega subito perché: “Sebbene lo spostamento delle lancette sia soltanto di un’ora e quindi si tratti apparentemente di un cambiamento minimo, di fatto, il fisico delle persone impiega alcuni giorni a questo adattamento, mediamente una settimana. Esiste infatti il cosiddetto orologio biologico, legato ai ritmi circadiani, ed è naturale avere delle difficoltà quando avvengono cambiamenti improvvisi come quelli provocati dal cambio dell’ora”.

Gli italiani ‘lepri’, e quelli ‘zombie’…

Dunque altro che ‘alibi’ per non dare ragione a chi ci accusa di eccedere in irritabilità o, sul posto di lavoro, di perdita di concentrazione: come spiega ancora l’esperta, “Molti fanno fatica ad abituarsi rapidamente al cambio d’ora: sono gli italiani ‘lepri’ (31% della popolazione secondo una recente ricerca), coloro che si svegliano presto e che più facilmente cadranno nel tranello del risveglio anticipato, crollando poi la sera troppo presto rispetto al dovuto. A risentire meno saranno senza dubbio le persone che appartengono alla categoria degli ‘zombie’ (persone che tendono a posticipare il momento di andare a letto), pari al 45% degli italiani“.

I consigli sul come superare le conseguenze

“Tra i sintomi o malesseri più comuni causati dal cambio dell’ora, c’è anche la perdita di concentrazione e produttività sul posto di lavoro, la nausea e l’inappetenza. Il suggerimento è quello di cominciare qualche giorno prima a posticipare di qualche decina di minuti gli orari dei pasti come quelli dell’andare a dormire. Nei giorni successivi allo spostamento delle lancette dell’orologio – aggiunge la dottoressa Castronovo – il consiglio è quello di fare movimento nella seconda parte della giornata e di prolungare l’esposizione alla luce (che sarà rigorosamente artificiale) per mandare al corpo il segnale che è ancora presto per andare a coricarsi. Se infatti si potrebbe essere tentati dalle giornate che si sono accorciate ad andare a letto prima, è bene non farlo. Il risultato potrebbe essere un risveglio troppo anticipato la mattina seguente”.
Max