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“Ora vaccinare il mondo e farlo velocemente”, il premier aprendo il ‘Global Health Summit’ di Roma

Mentre ci prepariamo per la prossima pandemia, la nostra priorità deve essere quella di garantire il superamento di quella attuale tutti insieme”, ora però “Dobbiamo vaccinare contro il coronavirus il mondo e farlo velocemente”.

Così ha esordito il premier Draghi, al fianco della presidente della Commissione Ue, Ursula van der Leyen, aprendo a Roma il ‘Global Health Summit’ a Villa Doria Pamphili.

Draghi: “Dobbiamo guardare attraverso paesi e discipline diverse per capire cosa è andato storto”

Dunque, ha proseguito il capo del governo, “La pandemia Covid-19 ha dimostrato l’importanza della cooperazione internazionale per affrontare la crisi sanitaria attuale e futura. Questo è il motivo per cui abbiamo deciso di prepararci per questa conferenza attraverso un processo ampio e inclusivo. Questo pre-summit ospiterà contributi di scienziati, medici, filantropi ed economisti. Dobbiamo guardare attraverso paesi e discipline diverse se vogliamo capire cosa è andato storto durante questa pandemia e cosa possiamo fare meglio in futuro”.

Draghi: “Vorrei ringraziare tutte quelle persone che ci hanno guidato a questa Dichiarazione di Roma”

Quindi il presidente del Consiglio ha anche tenuto a “ringraziare il gruppo di esperti scientifici, e in particolare i co-presidenti organizzatori, il professor Silvio Brusaferro e il professor Peter Piot: la vostra relazione ha fornito una guida essenziale per le nostre deliberazioni e, in particolare, per la Dichiarazione di Roma che presenteremo oggi”.

Allo stesso modo, ha proseguito, “Vorrei inoltre ringraziare le oltre 100 organizzazioni non governative e della società civile che hanno preso parte alla consultazione tenutasi ad aprile in collaborazione con Civil 20. In particolare, molte grazie a Global Citizen per aver organizzato Vax Live: il concerto per riunire il mondo”.

Draghi: “La crisi globale non è finita, in un anno persi 255 mln di posti di lavoro, agire in fretta”

Come ha tenuto ad osservare ancora l’ex presidente della Bce, “La pandemia da Covid-19 ha devastato le nostre società. Più di 3,4 milioni di persone sono morte a causa del virus secondo i dati ufficiali, ma il bilancio delle vittime è sicuramente molto più alto. L’anno scorso, l’equivalente di 255 milioni di posti di lavoro a tempo pieno sono andati persi a livello globale, pari a circa quattro volte quelli persi durante la crisi finanziaria. Almeno 1,5 miliardi di studenti non avevano frequentato la scuola nel marzo dello scorso anno. Circa 700 milioni di studenti, ancora oggi, non ricevono un’istruzione in presenza. La crisi globale non è finita. Dobbiamo agire in fretta, altrimenti questi costi umani, economici e sociali rischiano di salire ancora in modo significativo”.

Draghi: “Sanitari in testa, abbiamo lavorato tutti insieme per vedere la fine di questa tragedia”

Per quel che ci riguarda più da vicino, “In Europa abbiamo risposto in modo energico e coordinato. I nostri medici e infermieri hanno assistito migliaia di pazienti, spesso in ospedali sovraffollati. La mia gratitudine va a loro per il loro servizio così altruista, che è costato la vita a molti di loro. I nostri governi e le nostre banche centrali hanno avviato diversi cicli di stimoli fiscali e monetari, che hanno contribuito a salvare posti di lavoro e prevenire fallimenti indesiderati. I nostri scienziati hanno sviluppato una serie di vaccini efficaci, con una velocità senza precedenti. Li stiamo somministrando velocemente, iniziando dagli anziani e dai più fragili, e garantendoli gratuitamente a tutti. Dopo un anno e mezzo, stiamo iniziando a vedere la fine di questa tragedia. Per la prima volta, la normalità si avvicina”.

Draghi: “E’ inaccettabili che vi siano disparità di vaccini tra le aree povere e ricche del pianeta”

Ancora una volta, poi Draghi è tornato a porre l’accento sulle popolazioni meno fortunate: “Purtroppo, in molte altre aree del mondo, la pandemia non accenna a diminuire. Le differenze nei tassi di vaccinazione sono sconvolgenti. Sono state somministrate quasi 1,5 miliardi di dosi di vaccini, in oltre 180 Paesi in tutto il mondo. Solo lo 0,3% di queste si trova in Paesi a basso reddito, mentre i paesi più ricchi ne hanno somministrate quasi l’85%. Queste disparità non sono solo inaccettabili. Sono anche una minaccia. Finché il virus continua a circolare liberamente in tutto il mondo, può mutare pericolosamente e compromettere persino la campagna di vaccinazione di maggior successo”.

Draghi: “L’Europa ha già esportato 200 mln di vaccini, devono farlo tutti gli Stati”

Dunque, ha esortato il premier, “Dobbiamo assicurarci che i vaccini siano più disponibili per i Paesi più poveri. È essenziale consentire la libera circolazione di materie prime e vaccini oltre i confini. L’Ue ha esportato circa 200 milioni di dosi di vaccini Covid-19 in 90 paesi, circa la metà della sua produzione totale. Tutti gli stati devono fare lo stesso. Dobbiamo revocare i divieti generalizzati di esportazione, soprattutto nei paesi più poveri“.

Draghi: “L’Italia è a favore di una per sospensione temporanea per i brevetti dei vaccini”

Tema brevetti: “Dobbiamo anche aiutare i paesi a basso reddito, compresa l’Africa, a produrre i propri vaccini – ha insistito il presidente del Consiglio – Probabilmente avremo bisogno di più cicli di vaccinazione in futuro, e aumentare la produzione è essenziale. Una proposta è quella di introdurre una sospensione dei brevetti sui vaccini Covid-19. L’Italia è aperta a questa idea, in modo mirato, limitato nel tempo e che non metta a repentaglio l’incentivo ad innovare per le aziende farmaceutiche”.

Draghi: “E’ giusto produrre vaccini e prodotti sanitari nei paesi a basso e medio reddito”

Tuttavia rimarca ancora il capo del governo, ”Questa proposta non garantisce che i paesi a basso reddito siano effettivamente in grado di produrre i propri vaccini. Dobbiamo sostenerli finanziariamente e con competenze specializzate. L’Italia accoglie con favore l’iniziativa della Commissione Europea volta a produrre vaccini e prodotti sanitari nei paesi a basso e medio reddito. Vogliamo coinvolgere le nostre aziende farmaceutiche e i nostri centri di ricerca per sostenere la produzione, in particolare in Africa. E lo faremo insieme ad altri paesi partner, tra cui Francia e Germania”.

Max