P.A.: AL VIA RIFORMA, ORA TORNA AL SENATO


Via libera dell’Aula della Camera alla riforma della Pubblica Amministrazione, che ora torna al Senato. Il provvedimento è stato approvato con 253 sì, 93 no e 5 astenuti. ECCO LE NOVITA : “Soppressione del requisito del voto minimo di laurea per la partecipazione ai concorsi per l’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni”. Lo prevede un emendamento Pd, come riformulato, alla delega di riforma della P.A. Emendamento appena approvato dall’Aula della Camera. Arrivano paletti per il conferimento degli incarichi, spazio ai più giovani e al merito. Queste le novità previste per l’Avvocatura dello Stato, a cui è dedicato l’articolo 9-bis della riforma della Pubblica Amministrazione, appena approvato dall’Aula della Camera. L’articolo era stato inserito durante i lavori in commissione a Montecitorio e prevede, infatti, il divieto di affidare posizioni direttive per chi è vicino alla pensione e incarichi sulla base del merito. Si allargano le maglie per i pensionati nella Pubblica Amministrazione: il tetto di un anno vale solo per i ruoli direttivi (senza possibilità di rinnovo). Le altre cariche e collaborazioni sono “comunque” consentite. Resta confermato per tutte le posizioni affidate a pensionati il vicolo della gratuità (costo zero). Così un emendamento al ddl P.A. appena approvato dall’Aula della Camera. La proposta, con primo firmatario il deputato Pd Giovanni Sanga, è stata riformulata dal relatore, Ernesto Carbone. Si prevede la revoca o il divieto dell’incarico in settori esposti al rischio corruzione, quando c’è una condanna (anche non definitiva) da parte della Corte dei Conti al risarcimento del danno erariale per condotte dolose. Così l’emendamento M5s al ddl P.A sui dirigenti, riformulato e appena approvato dall’Aula della Camera. L’Aula della Camera dà il via libera alla riforma della dirigenza, con l’approvazione dell’articolo 9 della delega P.A. Uno dei capitoli principali di tutto il ddl Madia. In base ai nuovi ritocchi resta la possibilità di essere licenziati ma bisognerà almeno aver avuto un incarico ed essere stati valutati negativamente. Tuttavia pur di non essere mandato via il dirigente pubblico potrà chiedere di essere ’demansionato’ a funzionario.Anche i vertici diventano licenziabili, potranno essere messi alla porta nei casi in cui saranno valutati negativamente. Tuttavia pur di non essere mandato via il dirigente potrà chiedere di essere ’demansionato’. Gli incarichi non saranno più ’a vita’. Quando scatta un’azione disciplinare non si potrà più concludere tutto con un nulla di fatto, la pratica dovrà essere portata a termine senza escludere il licenziamento. Quanto alla diatriba sull’articolo 18, la reintegra resterebbe. Niente più finti malati. Per centrare l’obiettivo le funzioni di controllo e le relative risorse passano dalle Asl all’Inps. Il tetto di un anno vale solo per i ruoli direttivi (senza possibilità di rinnovo). Le altre cariche e collaborazioni sono “comunque” consentite. Resta confermato per tutte le posizioni affidate a pensionati il vicolo della gratuità (costo zero).  Il ddl pone le basi per l’accorpamento della Forestale in un’altra forza (con tutta probabilità i Carabinieri). Si prevede inoltre un riordino di tutte le forze, dando spazio al merito. Verranno ridotte e per quelle che gestiscono servizi pubblici si prevede un numero massimo di ’rossi’ dopo cui scatta la liquidazione. Si apre anche al commissariamento. Si va verso un dimezzamento delle camere di commercio. Si va verso un taglio netto che potrebbe portare anche a un dimezzamento, quel che ne rimarrà andrà a finire nell’Ufficio territoriale dello Stato, punto di contatto unico tra P.A. periferica e cittadini. Si farà piazza pulita degli uffici doppioni tra ministeri e Authority. Un ’taglia burocrazia’, al fine di semplificare ed accelerare, fino al dimezzamento dei tempi, le operazioni in caso di rilevanti insediamenti produttivi, opere di interesse generale o di interventi con effetti positivi sull’occupazione. Verranno precisate le funzioni di palazzo Chigi per il mantenimento dell’unità di indirizzo. Un rafforzamento della collegialità che si ritrova anche nelle nomine di competenza, in modo che le scelte passino per il Cdm. La delega riguarda pure la definizione delle competenze in materia di vigilanza sulle agenzie fiscali (come le Entrate). Arriva la ’carta della cittadinanza digitale’, con il Governo delegato a definire il livello minimo di qualità dei servizi online. A guidare la svolta digitale ci penserà un dirigente ad hoc. Tutti avranno il diritto di accedere, anche via web, a documenti e dati della P.A. Lo scopo è quello di spalancare gli archivi pubblici, anche se restano dei paletti, così da rendere possibile un controllo a 360 gradi anche sull’utilizzo delle risorse pubbliche. Basterà chiamare il 112 per chiedere aiuto in ogni circostanza. L’idea è quella di realizzare centrali in ambito regionale che, raccogliendo la richiesta, siano in grado di smistarla al servizio interessato. Si apre al trasferimento del Pubblico registro automobilistico (Pra), retto dall’Aci, al ministero dei Trasporti, a cui fa capo la Motorizzazione. Si va infatti verso un’unica banca dati per la circolazione e la proprietà, con un solo libretto.