PALAZZO SPADA: GIOIELLO BAROCCO

     

    palazzo-spada.jpgGioiello barocco, galleria d’arte, sede del Consiglio di Stato: palazzo Spada è contemporaneamente diverse cose. Situato in piazza Capo di Ferro nel rione Regola, a due passi da piazza Farnese e Campo de’ Fiori, non è solo un edificio interessante per il suo valore storico e architettonico ma un piccolo scrigno ricco di perle artistiche.

    L’EDIFICIOLa struttura originale fu costruita nel 1540 dall’architetto Bartolomeo Baronino su commissione del cardinale Girolamo Capodiferro. Quasi un secolo, nel 1632 dopo fu acquistata dal cardinale Bernardino Spada, che chiamò Francesco Borromini con l’obiettivo di restaurare la struttura in chiave barocca: ne sono un pregevole esempio la facciata con decorazioni scultoree e il cortile, con le nicchie riempite di motivi floreali, ghirlande e bassorilievi dallo stile manieristico.

    LA PROSPETTIVA DEL BORROMINITra le perle più interessanti c’è la Galleria prospettica di Borromini, costruita tra il 1652 e il 1653, esempio unico di trompe l’oeil  in architettura. Commissionata dal cardinale Bernardino Spada insieme al restauro della facciata del Palazzo in stile barocco, si tratta di una sequenza di colonne parallele lungo la galleria all’interno dell’androne di accesso al cortile che dà l’illusione prospettica di essere lunga 36 metri, pur misurandone quasi 9. Alla fine del colonnato c’è un piccolo giardino scoperto con il calco di una statua di un guerriero romano che sembra a grandezza naturale, ma misura solo 60 centimetri. Borromini per realizzare questo capolavoro di prospettiva si avvalse della collaborazione del matematico padre Giovanni Maria da Bitonto: l’illusione ottica è data dal fatto che i piani convergono in un unico punto di fuga: le colonne laterali decrescono in altezza da più di due metri a 1,60 metri, il pavimento mosaicato è in salita impercettibile mentre la volta è in discesa e le pareti convergono.

    LA GALLERIA SPADALasciando il giardino di melangoli si sale al primo piano verso la Galleria che presenta la collezione privata di Bernardino Spada, attraverso lo scalone a chiocciola che ricorda in piccolo quello di Palazzo Barberini (sempre a opera del Bernini). Ricca di quadri, per lo più del XVII secolo, ma anche di sculture, arredi, mobili e oggetti d’epoca (tra cui due mappamondi di inizi XVIII secolo a opera dell’olandese Willem Blaeu) è il simbolo dell’amore della famiglia Spada per l’arte: l’opera di raccolta fu continuata da Fabrizio, pronipote di Bernardino e come lui cardinale, e in seguito da Virginio Spada. Il museo si presenta come una pinacoteca antica con i quadri affiancate alle pareti e divisi tra le quattro sale di cui la Galleria si compone: la prima è conosciuta come sala dei Papi viste le 50 iscrizioni che illustrano la vita dei pontefici; la seconda fu impreziosita dai fregi temperati su tela di Perin del Vaga e da boiserie oggi sostituite; la terza sala viene chiamata “del Cardinale” e fu realizzata da Paolo Maruscelli; la quarta è stata costruita in seguito sostituendo una piccola terrazza sul giardino per fare posto alle opere di scuola caravaggesca. Nel museo sono conservate le tele di artisti come Jan Brueghel il Vecchio (Paesaggio con Mulini a vento), Mattia Preti (Cristo e la donna adultera), il Guercino (Morte di Didone) Pietro Testa (la magnifica allegoria della Strage degli innocenti) Michelangelo Cerquozzi (Rivolta di Masaniello) Niccolò Tornioli (Il scarificio di Mirtillo) e il celebre Ritratto di musico di Tiziano.