Palermo, 9 arresti x gare di cavalli truccate dalla Mafia

    All’ippodromo di Favorita, i capi di Cosa Cosa organizzavano incontri nelle stalle e gestivano le gare a modo loro, inventandole. La scorsa notte si è verificato un blitz contro 9 persone, accanto a due mafiosi ci sono 7 insospettabili creduti complici dei clan di San Lorenzo e Resuttana: sono piloti, allenatori, gestori di stalle. Tra i nomi più famosi, Giuseppe Greco, Salvatore La Gala, Natale Cintura, Antonino Porzio e Domenico Zanca, sono accusati di concorso esterno nell’associazione mafiosa. Nel gruppo anche una giovane promessa della corsa di cavalli siciliana, Gloria Zuccaro, che è andato a casa con l’accusa di trasferimento fraudolento di valori, secondo l’accusa era il capo di un purosangue del boss Niosi, “Ronny Alter”.

    L’inchiesta dei Carabinieri del nucleo investigativo diretta dal maggiore Dario Ferrara, coordinata dai sostituti DDA Roberto Tartaglia, Amelia Luise e Annamaria Picozzi, dall’assistente procuratore Salvatore De Luca, racconta soprattutto le grandi entrate che Cosa Nostra ha fatto grazie a le partite truccate. Il gip Fabio Pilato ha ordinato il sequestro di tre cavalli: Ronny Alter, della scuderia di Gloria Zuccaro; Molto raro Slid SM e Salice del Rum, di Giuseppe Greco. Anche Giovanni La Rosa, il direttore del bar dell’ ippodromo, è finito in manette. Nell’atto di accusa sono inoltre incluse le corse truccate dal gruppo di Palermo presso l’ippodromo di Follonica, Grosseto (la quarta del 28 aprile 2017) e quello di Taranto (la seconda e la quinta del 10 dicembre 2016).

    Per un anno, tuttavia, la struttura sportiva è stata chiusa, dopo l’interdizione del prefetto Antonella De Miro contro la società di gestione, la disposizione aveva già rilevato “un sistema di condizionamento e infiltrazione mafiosa”. Ora, le indagini del pubblico ministero e dei carabinieri rivelano lo sfondo di questi affari mafiosi. È il secondo blitz in una questione di giorni per il Dipartimento Operazioni di Palermo, guidato dal tenente colonnello Mauro Carrozzo: martedì, il blitz dei 46 che hanno decapitato la nuova Cupola, portando in prigione l’erede di Totò Riina, il boss Settimo Mineo ; ora un’operazione che riguarda due dei più forti mandati dell’organizzazione.