ULTIME NOTIZIE

Caso Mark Caltagirone, Pamela Prati: “Ho creduto ciecamente in questa favola”

‘‘Chi ha gestito questa storia aveva il dovere morale di indagare su una vicenda del genere perché c’erano troppe cose che non tornavano! Ieri ho visto una intervista alla Perricciolo su coming soon, la quale, avendo visto probabilmente durante la conferenza stampa che ho fatto che ero in possesso di alcuni documenti ha anticipato un po’ tutti. Ha raccontato che la polizia aveva fatto una perquisizione nella sua casa dove viveva insieme alla Michelazzo. Io c’ero già arrivato e abbiamo scoperto che questa perquisizione era stata fatta non ieri ma nel 2015! Un giornalista ha il dovere di indagare ed andare a capire chi sono queste persone e se fossero andati ad indagare come abbiamo fatto noi avrebbero trovato quello che ho io in mano’’.
Sempre debitamente preparato rispetto a ciò che poi ‘propone’ nell’ambito della sua seguitissima ‘Non è l’Arena’, Massimo Giletti ha celebrato il suo ritorno su La7 tornando al caso Prati-Caltagirone ma, spiega agitando dei fogli ‘’C’è tanta roba. Al di là di quello che accadrà da un punto di vista giudiziario queste cose vanno fatte da un punto di vista deontologico e morale. Se non mettiamo un filtro a questo tipo di televisione lanciando una frecciatina ai programmi che si sono occupati del caso Mark Caltagirone, sui social arriva di tutto. I social non li possiamo controllare – sottolinea il giornalista – ma la televisione ha dei mediatori, se siamo testate giornalistiche abbiamo il dovere di verificare l’attendibilità delle cose, di quello che uno dice. Bastava indagare per capire che in quella perquisizione sono state trovate delle cose molto particolari che ci fanno capire come queste due persone avessero adottato il sistema Mark Caltagirone già con qualcun’altro. Bisogna essere cauti, non si è testata giornalistica per caso’’, aggiunge, con una precisazione che molto probabilmente ‘viaggia verso Cologno Monzese’.
Nello studio dopo mesi di silenzio, siede una sommessa Pamela Prati che sbotta: ‘’Ho deciso di parlare perché voglio che la gente sappia la verità è cioè che io ho creduto ciecamente in questa favola e che sono assolutamente innocente. Hanno parlato tanto di me ma non ho parlato io quindi vorrei che mi ascoltassero e capissero cosa realmente è successo. Io ho scoperto all’ultimo momento – riferendosi all’imprenditore italo-americano – che non esisteva, e ho difeso una famiglia che pensavo di avere. Ho fatto degli errori ma sono una vittima. E non sono la sola perché prima di me è successo ad altre persone del mondo dello spettacolo come Manuela Arcuri e a Alfonso Signorini, queste persone fanno queste cose da 10 anni. Io sono una vittima’’.
Poi, riguardo al suo rapporto ‘di lavoro’ con Pamela Perricciolo e Eliana Michelazzo, sue ex-agenti, la soubrette ricorda: ‘’Inizio’ tutto in un ristorante di Roma dove andai perché ero stata invitata e sapevo che ci andavano tanti altri personaggi del mondo dello spettacolo e dopo vari inviti ho ceduto. A quel punto, hanno iniziato a parlarmi, specialmente quella con i capelli grigi, di questo Mark Caltagirone che si era appena separato dalla sua compagna, una donna in politica, e che insieme avevano preso in affido un bambino. Mi dissero che lui soffriva tanto, che era fuori in Siria perché costruiva gli oleodotti, mi fecero vedere delle fotografie ed era molto bello, mi dissero che era molto dolce e che io gli piacevo e che era venuto moltissime volte a vedermi al Bagaglino e mi proposero di incontralo visto che io mi ero appena lasciata dal mio compagno. Mi dissero che aveva 53 anni, ero in un momento di fragilità, c’ho creduto e dopo un po’ di tempo, era primavera, mi venne da scrivere ‘buona primavera’ e lui mi rispose ‘adesso si’ che è una buona primavera’, e da lì iniziammo a messaggiarci. Lui mi raccontava che aveva avuto questa delusione da questa ex compagna e che non credeva più nell’amore’’.
Quindi Giletti interviene aggiungendo dell’invio delle foto dell’uomo alla Prati: “Peccato che grazie a chi ha indagato davvero su questa vicenda, Dagospia Fanpage ecc. che ringraziamo perché hanno fatto vero giornalismo, scoprono che quell’uomo, in comune con Caltagirone, ha solo il nome: si chiama Marco Di Carlo e si è arrabbiato come una bestia quando lo ha saputo e pare abbia fatto delle querele ma poi vedremo se andranno avanti, perché queste foto sono state rubate dal suo profilo social”. Foto per lo più in primo piano,e dunque il conduttore incalza l’attrice: non ha avuto nessun sospetto? ‘’No, sono sincera!’’ risponde lei, e lui domanda – così come hanno fatto tutti – se potesse bastare questo a convincerla dell’esistenza di quest’uomo: ‘Diceva sempre che il bambino stava male e quindi era vicino a lui – spiega la Prati – oppure era sempre in posti dove era difficile poter stare al telefono; e quindi mi mandava gli audio e gli sms. Gli ho chiesto di parlare al telefono con lui ma le risposte erano sempre negative, diceva che poi quando ci saremmo visti avremmo parlato tanto e che non era il momento, faceva delle finte telefonate e improvvisamente cadeva la linea’’.
Giletti allora ricordando la dolorosa infanzia della donna, maturata all’interno di un orfanotrofio, chiede se questa situazione abbia potuto far scattare in lei l’illusione di una sorta famiglia, un mondo finalmente sereno, “Non l’ho costruito io – ribatte allora lei – ma lo hanno costruito per me colpendo tutti i miei punti deboli, con crudeltà! E pensare che questo sia stato fatto da delle donne fa ancora più male. A me bastava questo mondo virtuale. Una volta ho mentito a mia sorella dicendole che lo avevo visto, ho mentito per amore perché difendevo questa famiglia che ero convinta di avere’’. Quindi nello studio viene fatto ascoltare un audio dove l’imprenditore esprime il desiderio di concretizzare con un matrimonio: ‘’A me bastava questo – afferma allora la donna visibilmente amareggiata – ero felice perché mi faceva intuire che ci sarebbe stato un futuro insieme’’. Inevitabilmente, anche per dare idea del coinvolgimento passionale, Giletti parla dei messaggi – fotografie – abbastanza hot che i due si scambiavano: “Non credo di essere la prima donna a fare sesso virtuale con il proprio uomo – spiega giustamente – E oggi questo mi fa rabbia perché non so chi c’era dall’altra parte del telefono”.
Poi il racconto prosegue sul dolore provato dalla Prati una volta realizzata la farsa e, in particolare, sul ruolo del bambino ‘arruolato’ – dietro la partecipazione ad un finto film – come bimbo da dare in affido, a proposito del quale afferma commossa che “hanno usato questo per farmi del male, mi chiamavano mamma, erano stati in un orfanotrofio come me, sfido chiunque a non mentire’.
Insomma, davvero una bruttissima storia. Vero è, c’è da sottolineare, che in moltissime nel Paese – e non sprovvedute o disperate – sono cadute in trenelli simili, avviando rapporti (spesso anche intimi), con perfetti sconosciuti…
Max