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Pandemia? Prima curiamo i giovani, poi gli anziani: gli esiti dell’agghiacciante sondaggio Censis

Non è soltanto il ‘malleabile’ esito di un pur accorto sondaggio, quanto andiamo ad illustrare ma, purtroppo, l’impietoso spaccato di una realtà generazionale per certi versi ‘orribile’.

Chissà, forse a monte di tutto ciò coincide l’avvento delle tecnologie, dei giochi futuristici – ed una realtà ‘virtuale’ tutta da esplorare – oppure, molto più probabilmente, la nostra disastrosa incapacità di trasmettere la memoria storica, di continuare a tramandare nella loro integrità valori un tempo ‘sacri’.

Fatto è che leggendo gli esiti di un sondaggio condotto dall’osservatorio Censis-Tendercapital (titolato ‘La silver economy e le sue conseguenze nella società post covid-19’), come dicevamo c’è da rabbrividire.

Censis: per i giovani gli anziani costano troppo

Ebbene, la metà esatta dei giovani intervistati ha mostrato ‘zero rispetto’ nei confronti degli anziani, affermando che in una situazione di emergenza come quella appena vissuta, i giovani debbono essere curati prima degli anziani.

Ma non solo, il 35% dei ragazzi intervistati (parliamo di circa il 27% dell’intera popolazione), ritiene anche che, guardando alla spesa pubblica per le pensioni, o le prestazioni sanitarie, si tratti di ‘risorse’ impiegate per gli anziani a loro danno.

Censis: “ Giovani, vittime di un nuovo rancore sociale”

Convinzioni raggelanti che non mancheranno di far saltare sulla poltrona sociologi e psicologi. Dal canto suo l’Osservatorio ‘legge’ il fenomeno spiegando che “La pandemia ha creato anche una spaccatura intergenerazionale: da una parte gli over 65, mediamente in buona salute, solidi economicamente, con vite appaganti e una riconosciuta utilità sociale, dall’altra i giovani. Un nuovo rancore sociale alimentato e legittimato da una inedita voglia di preferenza generazionale nell’accesso alle risorse e ai servizi pubblici, legata alla visione del longevo come privilegiato dissipatore di risorse pubbliche”.

Tanto è, prosegue ancora il Censis-Tendercapital, che l’emergenza di fatto ha ovviamente meno coinvolto gli anziani, il 90,7% dei quali, nel corso della ‘quarantena’– in quanto pensionati – ha comunque continuato a poter contare (e, soprattutto, a percepirli), gli stessi redditi. Una ‘sicurezza’ che ha di fatto innestato una reazione di ‘odio’ da parte dei cosiddetti millennial (convinti di ciò per il 44,5%)m e gli adulti (45%).

Censis: “Si evidenzia una ferita tra generazioni”

Secondo il presidente del Censis, Giuseppe De Rita, “il rapporto evidenzia una ferita tra generazioni; la sfida è tuttavia quella di leggerla alla luce di un ciclo di lungo periodo, tenendo conto che prima del contagio gli anziani erano più predisposti a cedere parte del loro reddito ai figli o ai nipoti, mentre il quadro che sembra ora emergere è quello di un atteggiamento di maggiore controllo da parte dei primi volto a riprendere padronanza della propria capacità finanziaria”.

Mah, in ogni caso non ci sembra sia questo il modo migliore per ‘avventurarsi’ sulle lunghe e difficili strade della vita, maturando ‘convinzioni’ di tale pressappochismo… che genitori saranno?

Max