PARTITI: LETTA ’VINCE’ MALUMORI, MA PER GRILLO SU RIMBORSI E’ TRUFFA

    Lo slogan e’ efficace ed ha invaso rapidamente la rete. Il ddl sul finanziamento ai partiti? Una ’legge-truffa’. Questo il giudizio senza appello di Beppe Grillo che ha animato la rivolta della base 5 Stelle contro il provvedimento approvato oggi dal Consiglio dei Ministri. Tanto che, a meta’ pomeriggio, e’ lo stesso premier Enrico Letta ad intervenire via twitter per chiarire i dettagli temporali della misura, perche’ insomma occorre aspettare il 2017 perche’ si esca definitivamente dal vecchio sistema. E anche Matteo Renzi, sebbene indirettamente, si fa sentire. Lamenta tempi troppo lunghi il senatore renziano Andrea Marcucci: “Il governo Letta e’ stato di parola” ma “il periodo transitorio e’ troppo lungo”. Questo il fronte degli ’anti-finanziamento’. Dal versante opposto, di quelli che invece chiedono cautela in materia, il ministro pidiellino Nunzia De Girolamo spiega che “c’e’ riserva su tutto” e che il ddl comunque andra’ discusso in Parlamento. Non a caso oggi il premier Letta ha chiesto esplicitamente alle Camere di favorire un iter rapido, “ne va della credibilita’ del sistema politico italiano”. I tagli pero’ agitano tutte le forze politiche che hanno costi strutturali e di personale consistenti. Ieri il tesoriere del Pd, Antonio Misiani, ha annunciato il possibile ricorso ad ammortizzatori. Si parla di circa 180 dipendenti del Pd a rischio. Stessa aria nel Pdl. Anche il partito di via dell’Umilta’ si trova a fare i conti con spese di gestione, affitti delle sedi e stipendi dei circa 200 dipendenti. Il tesoriere Maurizio Bianconi dice: “Anche noi abbiamo gli stessi problemi del Pd”. Comunque il democratico Misiani e’ abbastanza soddisfatto: il ddl approvato oggi e’ certamente “migliorabile”, ma va “nella direzione giusta”. I malumori nei partiti che accompagnano il ddl sul finanziamento mettono sul chi vive palazzo Chigi. Letta ha fatto capire che stara’ col fiato sul collo alle forze politiche. onfido nel fatto che il Parlamento approvi rapidamente” il ddl sul finanziamento ai partiti presentato oggi dal governo, “perche’ ne va della credibilita’ del sistema politico italiano di essere visto dai cittadini come un sistema che e’ in grado di convincere i cittadini a finanziarlo”. A fare sponda al premier Letta e’ intervenuto anche il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni: e’’ “difficile ipotizzare come si comportera’ il pubblico” ma “nel processo di andata a regime del sistema non c’e’ un impatto negativo sul bilancio pubblico. A regime avra’ un impatto positivo perche’ viene meno il finanziamento pubblico, che verra’ utilizzato per un fondo per l’ammortamento del debito pubblico. Un segnale forte per la riduzione dei costi della politica”. Mentre Gaetano Quagliariello parla di passaggio d’epoca: “Siamo passati dall’eta’ tolemaica a quella copernicana”. E di qui al momento in cui la riforma entrera’ a regime, sara’ tempo utile per “invertire una cultura che porti i privati a dare un libero contributo, come accade nelle democrazie piu’ avanze come quelle anglosassoni e nella piu’ assoluta trasparenza”. Entrando nel merito della proposta approvata oggi in Cdm, il nuovo sistema di finanziamento ai partiti si fonda su un impianto di “contribuzione volontaria” che i cittadini potranno effettuare in due modi: attraverso detrazioni o il 2×1000. Il nuovo sistema entrera’ a regime nel 2017. “Solo a giugno 2015 gli italiani saranno infatti chiamati a dichiarare i propri redditi relativi al 2014. A quel punto saranno necessari altri mesi per permettere all’Erario di stabilire l’ammontare esatto della quota del 2 x 1000 da destinare a ciascun partito politico”, spiega palazzo Chigi. “Fino a tale momento, e quindi in via transitoria, a tutti i partiti e’ riconosciuto il taglio: del 40 per cento nel primo esercizio successivo a quello dell’entrata in vigore del disegno di legge, del 50 per cento nel secondo esercizio successivo a quello dell’entrata in vigore del disegno di legge, del 60 per cento nel terzo esercizio successivo a quello dell’entrata in vigore del disegno di legge. Con il quarto esercizio finanziario successivo a quello dell’entrata in vigore del disegno di legge il finanziamento cessa”. Per quel che riguarda il sistema delle detrazioni fiscali, le erogazioni effettuate dalle persone fisiche avranno dall’imposta lorda una detrazione pari: al 52 per cento per importi compresi fra 50 euro e 5.000 euro annui; al 26 per cento (stessa percentuale di detrazione riservata per erogazioni alle Onlus) per importi tra i 5.001 e i 20.000 euro. Altra cosa e’ il 2×1000: “I partiti politici che abbiano conseguito nell’ultima consultazione elettorale almeno un rappresentante eletto alla Camera dei deputati o al Senato della Repubblica potranno essere ammessi alla ripartizione annuale del 2 x 1000 della propria imposta sul reddito (Ire). Una decisione che assumera’ il contribuente, sempre a decorrere dall’anno finanziario 2014, in fase di dichiarazione dei redditi mediante la compilazione di una scheda recante l’elenco dei soggetti aventi diritto”. Il Ddl prevede inoltre una serie di disposizioni sulla trasparenza dei partiti: “Per ottenere i contributi volontari, i partiti politici dovranno organizzarsi secondo requisiti minimi idonei a garantire la democrazia interna -si legge ancora nella nota di palazzo Chigi-. Dovranno altresi’ assicurare la trasparenza e l’accesso a tutte informazioni relative al proprio funzionamento, anche mediante la realizzazione di un sito internet, completo nelle informazioni, chiaro nel linguaggio, facile nella consultazione. Infine, “il disegno di legge comprende nuove disposizioni in materia di comunicazione politica fuori dalla campagna elettorale: i partiti politici avranno diritto ad accedere a spazi televisivi messi a disposizione a titolo gratuito dalla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo ai fini della trasmissione di messaggi (della durata massima di un minuto) diretti a rappresentare alla cittadinanza i propri indirizzi politici”. Un impianto che non convince affatto Beppe Grillo. “Dopo la propaganda elettorale di Letta che con un tweet annunciava di aver eliminato il finanziamento pubblico, oggi scopriamo la verita’: per quest’anno non si toccano. Ma dovrebbe avvenire nel 2017 ’quando terminera’ l’erogazione del rimborso gia’ previsto per le elezioni di quest’anno”, scrive sul suo blog. E prosegue: “I partiti saranno ’aiutati’ con servizi come sedi, bollette telefoniche, spazi televisivi. Quindi i partiti dal 2017 non gestiranno piu’ soldi? Illusi: ’ciascun contribuente puo’ destinare il due per mille della propria imposta sul reddito (IRE) a favore di un partito’ e ’i fondi non espressamente attribuiti dai privati attraverso l’opzione del due per mille, saranno distribuiti ai partiti proporzionalmente alle somme stanziate in via esplicita’.L’importo totale a disposizione dei partiti -attacca Grillo- potrebbe addirittura aumentare. Il finanziamento esce da una parte e entra dall’altra. I soldi dei cittadini continueranno ad arrivare e i partiti a mangiare”. Ribatte il ministro Quagliariello: “La cosa chiara e inequivocabile e’ che i partiti dal prossimo anno prenderano meno e quello che si risparmia verra’ messo in un fondo per diminuire il debito pubblico”. Mentre il premier Letta via twitter ha spiegato a un utente perche’ si debba attendere il 2017 per l’abolizione del vecchio sistema. Chiede Marco De Benedetti “@EnricoLetta urge risposta finanziamento pubblico ai partiti: perche’ dobbiamo aspettare fino al 2017?”. Risponde Letta: “Perche’ 2xmille viene erogato non prima di due anni dalla firma nella dich redditi (capita anche per il 5 e l’8xmille)”.