PARTITO CORTEO DA SAN LORENZO DEGLI STUDENTI

     
     
    Giovani universitari appartenenti ai Collettivi e Comitati studenteschi ed una piccola rappresentanza dei Movimenti per il diritto all’abitare, composta per lo più da immigrati, si sono dati appuntamento a Piazzale Tiburtino per dare vita alla “street parade”, un piccolo corteo per le strade di S.Lorenzo per difendere il diritto allo studio. Diritto che coincide con quello di avere un “alloggio garantito nei pressi degli Atenei”. A spiegarlo è Valeria, un’attivista che ha partecipato all’occupazione dell’ex studentato Godot, sgomberato lo scorso 7 aprile. Lo slogan dell’iniziativa è scritto a caratteri cubitali sullo striscione appeso al camion che guida il corteo appena partito: “Dove loro abbandonano noi costruiamo”, che cosa? Lo spiega Valeria: “costruiamo esperienze di autogestione”, insomma “occupiamo”. L’obiettivo di questa parata di strada, infatti, è segnalare “attraverso musica, interventi e azioni”, gli stabili abbandonati e che potrebbero essere recuperati e “dati in gestione alle università per offrire servizi agli studenti, invece di portare avanti le solite logiche speculative”. Il percorso va da Piazzale Tiburtino a Piazzale Aldo Moro, dove i manifestanti si fermeranno per un aperitivo prolungato davanti al Lucernario (ri)occupato. Lunedì 23 infatti, una squadra di operai, aiutati dalla vigilanza de La Sapienza, su ordine del Rettore Frati, hanno tentato di sgomberare l’esperienza del Lucernario Occupato dagli stabili dell’ex-Dopolavoro. L’iniziativa è stata organizzata dai Movimenti studenteschi che rivendicano “il diritto ad un alloggio universitario, a corretti criteri d’accesso ai bandi, il diritto ad una casa che il decreto Lupi non garantisce e ad avere una speranza di lavoro per il futuro”. “Volevamo passare anche sotto lo studentato Godot – ha continuato Valeria – edificio requisito alla mafia e che dovrebbe ospitare servizi gratuiti per gli studenti, ma non ci hanno autorizzato la tappa”. Per quanto riguarda il lavoro, “i politici continuano a parlare di futuro per noi giovani, quando invece per l’Expo, vetrina di ciò che non esiste, puntano sul lavoro di decine di migliaia di studenti volontari e su pochi contratti a progetto. Dov’è il nostro futuro?”.