PDL: PER BERLUSCONI ’TUTTO CHIARITO’, MA RESTA TENSIONE CON MINISTRI

    Nel Pdl la tensione resta altissima. Silvio Berlusconi e’ l’unico a parlare ai gruppi riuniti a Montecitorio dopo lo strappo. Il Cav mette subito in chiaro che l’esperienza del governo Letta e’ finita e non sono ammessi tradimenti: dobbiamo restare tutti uniti. Poi lancia un messaggio preciso alle ’colombe’, guidate da Angelino Alfano, ribadendo che e’ lui il leader e il ritiro della delegazione a palazzo Chigi e’ l’ultimo atto del governissimo, punto e basta. Continua quindi la resa dei conti interna al partito. Secondo le ultime indiscrezioni, non ci sarebbe stato nessun passo avanti perche’ i ministri dimissionari non avrebbero cambiato idea sull’inopportunita’ di rompere in un momento cosi’ delicato per il paese. Ad complicare le cose, anche la partita, tutt’ora aperta, sui futuri assetti organizzativi di Fi. Alfano restera’ dentro la ’nuova cosa azzurra’ e con quale ruolo? Nella confusione di queste ore l’impressione e’ che il Cav abbia voluto ricompattare il partito e posizionarlo all’opposizione, invitando tutti a schierarsi in vista delle prossime decisive mosse, che portano dritto al voto. Secondo i boatos, dunque, i dissidi interni non sarebbero rientrati. E ancora non e’ chiaro cosa faranno Alfano, Beatrice Lorenzin, Nunzia De Girolamo e Maurizio Lupi (discorso a parte per Gaetano Quagliariello, ormai da tutti considerato in uscita). Prima della rottura con Letta l’ipotesi piu’ gettonata, per la futura ’cabina di comando’ di Fi, restava quella di un Comitato direttivo con dentro l’attuale segretario del Pdl, da affiancare al leader Berlusconi. Allo stato, il quadro politico sarebbe cambiato. Non a caso, Alfano ha riunito in serata i ministri a palazzo Chigi e poi e’ rientrato a via del Plebiscito per un colloquio decisivo con il Cav. A infiammare il clima interno anche le voci sulle grandi manovre in atto, soprattutto al Senato, in caso di Letta bis.