PDL: SENTENZA MEDIASET ’GELA’ BERLUSCONI, MA SENZA RICADUTE SUL GOVERNO

    La conferma della condanna nel processo di II grado sui diritti tv Mediaset e i contrasti con il Pd che hanno fatto da corollario all’elezione di Francesco Nitto Palma alla presidenza della commissione Giustizia al Senato, scuotono la stabilità del governo e della maggioranza. Non tira un’aria buona su palazzo Chigi e alla vigilia del ’ritiro’ promosso da Enrico Letta all’abbazia di Spineto, Berlusconi ha lanciato un messaggio chiaro ai ministri del Pdl: il governo cadrà se non farà le riforme che servono al Paese. Il Cavaliere ha dettato la linea in una sorta di ’pre-ritiro’ che si è tenuto a palazzo Grazioli. Con i vertici del partito Berlusconi ha indossato i panni dell’allenatore per decidere la tattica con cui giocare le prossime partite di governo. Il messaggio, raccontano, sarebbe stato molto chiaro: sostegno leale e responsabile a Letta, ma la fiducia non è scontata. E’ tempo che il Pdl faccia ’fruttare’ il via libera alle larghe intese. E che la giustizia sia sempre in cima ai suoi pensieri, non vuol dire che Berlusconi sia tentato dalla spallata al governo. Bisogna portare a casa le misure promesse in campagna elettorale, a partire dall’Imu. La sentenza sul caso diritti tv non sposta la strategia. ’’Non avrà ricadute sulla tenuta del governo’’, si affretta a dire Fabrizio Cicchitto. Eppure, il Cav non avrebbe digerito l’esito della partita sulla commissione Giustizia del Senato con il mancato rispetto dei patti da parte del Pd. Se i democratici si comportano così adesso, cosa dobbiamo aspettarci quando arriveranno in aula i provvedimenti che ci stanno a cuore?, è l’interrogativo messo sul tavolo dall’ex premier. La sentenza che conferma la condanna a 4 anni per frode fiscale e l’interdizione a dirigere pubblici uffici per 5 anni, è stata accompagnata da critiche durissime del Pdl ai giudici della II corte di appello del tribunale di Milano. “Continua la persecuzione giudiziaria nei confronti del presidente Berlusconi, leader politico che ha il consenso di dieci milioni di elettori. Evidentemente, per una certa magistratura la stagione della pacificazione è ancora lontana, e forse non arriverà mai. Soprattutto quando si nega con tanta ostinazione la verità dei fatti e ancor di più il buon senso”, ha dichiarato il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani. “C’è un accanimento disgustoso -ha rincarato la dose, Renato Brunetta- la sentenza contro Berlusconi è politica, anzi antipolitica, perché colpendo lui si favoriscono i disegni disgregatori del nostro Paese’’. Prima che la corte di appello si pronunciasse, al Senato si era giocata un’altra partita sul campo della giustizia. Dopo tre fumate nere, c’è voluto il ballottaggio per eleggere Francesco Nitto Palma alla guida della commissione Giustizia al Senato. L’ex guardasigilli è diventato presidente sostenuto dal Pdl e da Scelta Civica ma non dal Pd, che ha votato scheda bianca. Palma è dovuto arrivare alla quarta votazione ed è passato con 13 voti, mentre il suo avversario, l’avvocato grillino Mario Michele Giarrusso, si è fermato ai 4 consensi del M5S. Vano e piuttosto debole è stato il tentativo di rilancio del Pd che aveva proposto di fare un supplemento di istruttoria per individuare un candidato condiviso. Che il Pdl non sarebbe arretrato di un centimetro lo si era capito ieri ed è stato confermato dalle parole di Berlusconi, filtrate dal vertice di palazzo Grazioli nel quale il Cav. ha parlato chiaro: ’i patti vanno rispettati. Il nostro candidato resta Nitto Palma’. Nessun cambio di cavallo in corsa, dunque, come avrebbe voluto il Pd e i toni del leader Pdl – al di là dei proclami di tenere bassi i toni, nel rispetto di quello spirito di pacificazione nazionale sempre auspicato dal Quirinale – sono stati perentori. Raggiunto l’obiettivo, le prime parole di Nitto Palma sono state di conciliazione (’sarò un presidente di garanzia’) ma “stanco di subire insulti” ha respinto le accuse di essere un impresentabile. “Quando mi si accusa di essere indecente -ha affermato dopo l’elezione- si dovrebbe spiegare perché. Sono stanco di essere insultato. Da magistrato ho vissuto blindato per 25 anni, ho fatto processi anti-terrorismo e anti-criminalità organizzata, sfidando i proiettili dell’estrema destra, dell’estrema sinistra: non mi metto paura”. “Ora il mio compito è di assicurare l’equilibrio nello svolgimento dei lavori della commissione, assumendo un ruolo di garante neutrale”. Tra le mani di Palma, passeranno provvedimenti delicati e discussi come la riscrittura delle norme sulle intercettazioni. “Il presidente Napolitano -ha ricordato- ebbe a parlare, di fronte agli uditori giudiziari, di uso eccessivo delle intercettazioni. Tutte le forze politiche, in un modo o nell’altro, lo sostengono e sono a favore di una regolamentazione”. Da martedì prossimo, ha infine osservato Nitto Palma, la commissione potrà operare nella pienezza delle sue funzioni. Ad altri il compito di fare un bilancio politico di ciò che è avvenuto ieri e oggi nella maggioranza. L’accordo Pd-Pdl non ha retto? “Bisogna domandare a chi l’ha fatto. Il mio lavoro ora è di essere all’altezza della fiducia di chi mi ha votato -ha concluso- e di cercare di guadagnarmi quella di chi non mi ha votato”. Prima dell’elezione, Marco Pannella si era schierato. “Ancora devo sentire una cosa precisa contro Nitto Palma. Ma le cose precise, quelle che ci sarebbero contro Formigoni, che mi pare sia stato eletto senza battere ciglio a presiedere un’altra commissione, non sono proprie del Pd. E chiedo ai compagni del Pd: possibile che nel partito non si sia mai discusso ufficialmente, al proprio interno? Tutti zitti e mosca? Solo che oggi Mosca non c’è più, c’è solo il cesso italiota. Nitto Palma paga questo. Non c’è stato un solo argomento importante su cui nel Pd si sia aperto un dibattito”, ha concluso il leader radicale. Il caso è chiuso? Il coordinatore di Scelta civica Andrea Olivero non ne è convinto e teme le conseguenze della prima incrinatura nella tenuta della maggioranza. “E’ chiaro – ha messo in guardia – che possono esserci conseguenze sul governo se il Pd non esce dalla confusione: stare al governo e fare anche l’opposizione è paradossale”. “Sarebbe stata incomprensibile la mancata elezione a presidente della commissione Giustizia di una persona adeguata e competente come Nitto Palma – ha commentato il vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri – prendiamo atto che il Pd ha scelto la strada della scheda bianca piuttosto che un voto esplicito. Va comunque registrato l’epilogo positivo, mentre non ci si può che rammaricare per la continua agitazione interna al Pd che in questa fase delicata si riflette ancora sulla vita delle istituzioni’’.