Home ATTUALITÀ Pensioni, perché Quota 100 penalizza le donne

    Pensioni, perché Quota 100 penalizza le donne

    In questi giorni non si parla d’altro: quale sarà la misura pensionistica introdotta nella prossima Legge di bilancio? Il governo s’interroga e studia un piano. Non c’è molto tempo, il Consiglio dei ministri, previsto giovedì, dovrà dare una risposta. Per questo il premier Draghi ha ascoltato le proposte della maggioranza.

    Ieri il presidente del Consiglio ha ricevuto il leader leghista Matteo Salvini. Il punto centrale del discorso è stato Quota 100, la misura pensionistica introdotta dal leghista Claudio Durigon nel primo governo Conte, e ora pronto a finire in soffitta. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha infatti proposto un superamento graduale di Quota 100 (62 anni di età e 38 anni di contributi per andare in pensione) attraverso Quota 102 e Quota 104 a intervalli regolari, ogni anno, fino ad arrivare al 2023.

    Una bocciatura per Quota 100, criticata anche per la sua iniquità nei confronti delle donne. Lo ha confermato anche l’Economista e vice-segretaria del Pd Irene Tinaglia, intervistata dal Corriere della Sera: “Quota 100 è stata iniqua, penalizzando soprattutto le donne”.

    A dirlo sono stati soprattutto i dati: negli ultimi anni, infatti, secondo le stime Inps, a godere della pensione sono stati soprattutto uomini (quasi il doppio), e la maggior parte lavoratori pubblici. Questo perché è difficile che le lavoratrici, entro i 62 anni di età, riescano a soddisfare sostanziosa richiesta di contributi imposta da Quota 100.