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“Per la riapertura accettiamo il parere della scienza”, Fontana chiarisce la posizione della Lombardia

Credo che si sia voluto interpretare in modo malevolo in mio intervento. La condizione ineludibile per parlare di riapertura è il via libera della scienza e degli esperti e di chi sa interpretare l’evoluzione epidemiologica del virus. Se la scienza ci dirà che dobbiamo stare chiusi, staremo chiusi. La riapertura comporterà una serie di cambiamenti sostanziali nei comportanti, dobbiamo farci trovare pronti se l’evoluzione dell’epidemia dovesse andare in senso positivo, se ci fossero le condizioni di riaprire il 4 maggio dovremmo essere pronti. La riapertura non dovrà prescindere dalla salute e dalla sicurezza di cittadini e lavoratori”.

Ovviamente, in un clima di ritorno ala politica ancora abbastanza confuso, e dettato da evidenti nervosismi di parte (tante sono state le corbellerie andate in scena in queste ultime settimane), ora ciascuna fazione è inventa a delegittimare l’altra. Così, vista l’aria che tira, onde evitare ‘pericolosi’ equivoci stamane il governatore lombardo, Attilio Fontana, ha colto l’occasione per spiegare sua posizione attraverso ‘Mattini Cinque’.

“Presenteremo il nostro progetto come faranno tutti”

“Se non ricordo male, domani c’è la cabina di regia con il governo – ha poi aggiunto il presidente regionale – Ogni regione deve presentare il proprio progetto e le proprie idee e ci deve essere un confronto. E’ la stessa cosa che avviene oggi nel tavolo che ho convocato con tutte le componenti della nostra regione: ascolteremo le esigenze di tutti e faremo la sintesi. Bisogna ragionare sugli interventi che regione e stato dovranno promuovere per favorire la ripresa economica, sono tanti gli argomenti da affrontare. Fino ad oggi – ha continuato Fontana – ho utilizzato l’unico test riconosciuto valido dalla scienza, dall’Istituto superiore di sanità e dalla scienza”.

“I test? Non ho intenzione di corrergli dietro”

Quindi, alludendo poi ai discussi test sierologici, il governatore lombardo ha precisato che “Non ho intenzione di correre dietro a test che poi sono processati da laboratori che vengono chiusi per truffa”.

“Indagini sulle case di riposo? Sono sereno”

Riguardo poi le case di riposo, sulla cui gestione si è mossa la magistratura, Fontana tiene a far sapere che “Aspetto con estrema serenità l’esito (delle indagini,ndr). Noi abbiamo fatto una delibera proposta dai nostri tecnici, i nostri tecnici ci hanno detto che a determinate condizioni – con reparti indipendenti dal resto della struttura e con addetti dedicati esclusivamente ai malati Covid – si poteva fare”. Dunque, ha proseguito, ”Noi abbiamo fatto una proposta e le case di riposo che avevano queste condizioni hanno aderito. Non bisogna dimenticare che è stata fatta una scelta perché non c’era più posto negli ospedali e non poteva essere curata a casa. Sono stati i nostri tecnici a fare la proposta e a valutare le singole case di riposo, noi ci siamo adeguati”.

“L’Ats ha vigilato attentamente sui requisiti”

Infine, rispetto ai controlli, alla responsabilità sulle case di riposo (gestione, condizioni igieniche, sicurezza, ecc.), il presidente della Lombardia ha tenuto a precisare che “E’ dell’Ats che si è recata sul posto e ha valutato se ci fossero le condizioni. Su 705 case di riposo in Lombardia solo 15 avevano le condizioni e hanno accettato“. Inoltre, ha rimarcato concludendo, “Come numero di decessi, queste strutture sono leggermente sotto la media”.

Max