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Pfizer: “Il vaccino ha un’efficacia al 91,3% fino a 6 mesi”. Questo apre nuovi scenari: servirà un richiamo?

Al momento l’unica casa farmaceutica che continua ad aggiornare circa l’azione del suo vaccino è Pfizer-BioNTech, è questo depone se non altro a suo favore, dando un’immagine di azienda seria e scrupolosa. Tuttavia, elencando la micidialità affidabilità di questo farmaco che, spiegano, “ha un’efficacia del 91,3% contro Covid 19, misurata da 7 giorni fino a 6 mesi dopo la seconda dose”, lascia però abbastanza perplessi il fatto che “a distanza di 6 mesi dalla seconda inoculazione, il vaccino Pfizer continui ad assicurare un’alta protezione contro il Covid“. Una notizia inedita, rispetto alla convinzione comune secondo cui la vaccinazione ci avrebbe protesi per almeno un anno!

Pfizer: “Il vaccino è efficace al 95,3% nella prevenzione di Covid grave, come definito dalla Fda”

Come spiega il colosso farmaceutico, dopo aver condotto uno studio su 46.307 partecipanti (12mila dei quali vaccinatisi 6 mesi fa), dalle analisi condotte su 927 casi sintomatici – confermati di coronavirus – ne è stata appurata “l’elevata efficacia e l’assenza di gravi problemi di sicurezza fino a sei mesi dopo la seconda dose nell’analisi aggiornata dello studio storico sul vaccino“. Dunque il vaccino è “efficace al 100% nella prevenzione di malattie gravi come definite dai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie ed efficace al 95,3% nella prevenzione di Covid grave come definita dalla Fda” statunitense.

E come commenta Albert Bourla, presidente e Ad di Pfizer, “Questi dati confermano l’efficacia e il profilo di sicurezza favorevoli del nostro vaccino e ci consentono di presentare alla Fda degli Stati Uniti una Biologics License Application” ovvero, la domanda di approvazione di un prodotto biologico.

Pfizer: “Il nostro vaccino funziona contro le varianti e protegge anche i minori”

Come illustra anche il Ceo e co-fondatore di BioNTech “Questi dati forniscono anche i primi risultati clinici che un vaccino può proteggere efficacemente dalle varianti attualmente in circolazione, un fattore cruciale per raggiungere l’immunità di gregge e porre fine a questa pandemia per la popolazione globale”.  Come anche illustra l’ad, ”L’elevata efficacia del vaccino osservata fino a sei mesi dopo una seconda dose e contro la variante prevalente in Sudafrica fornisce ulteriore fiducia nell’efficacia complessiva del nostro vaccino. È un passo importante questo per confermare ulteriormente la forte efficacia e i buoni dati sulla sicurezza che abbiamo visto finora, soprattutto in un follow-up a lungo termine”, ha aggiunto Ugur Sahin,  Inoltre il vaccino anti-Covid di Pfizer/BioNtech è risultato infatti “efficace al 100% nelle prevenzione dei casi di Covid-19 in Sudafrica, dove è prevalente la variante di Sars-CoV-2 B.1.351”. Inoltre, ”La sicurezza dei vaccini è ora valutata in più di 44.000 partecipanti di età pari o superiore a 16 anni, con oltre 12.000 partecipanti vaccinati che hanno un follow-up di almeno sei mesi dopo la seconda dose”. Motivo questo, per cui le aziende prevedono di “condividere presto questi risultati con le agenzie di regolamentazione di tutto il mondo”.

Tuttavia, come dicevamo, resta l’amaro in bocca per una ‘copertura’ che pensavamo essere molto più durevole, e non di certo ‘appena’ semestrale. Anche perché tutto ciò potrebbe ‘esporci’ ad eventuali continui richiami?.

Export vaccini, Pfizer: “Regole Ue creano incertezza”, ma anche difficoltà per la ‘ciclicità’

Tralasciando ora ‘l’infausta’ notizia (che 1) ci potrebbe  ‘continuamente’ sottoporre ai richiami, 2) e la campagna vaccinale da ‘record’ di conseguenza obbligata ad essere praticamente sempre attiva), va ricordato che rispetto alle recenti regole che la Ue ha varato sull’export dei vaccini, di fatto ostacolano la produzione degli immunizzanti.

Pfizer: “Una dose ha 280 componenti provenienti da 86 fornitori in 19 Paesi”

E’ ovvio che in un contesto di eventuale ‘ciclicità’, come fa notare il vice presidente Pfizer, Danny Hendrikse, se occorre preventivamente l’approvazione di Bruxelles per esportare una qualsivoglia fornitura di vaccini o componenti, la situazione tende a complicarsi notevolmente: “Vorremmo che i nostri colleghi si concentrassero sulla produzione e la distribuzione dei vaccini. Il  processo di acquisizione di tutti i materiali grezzi necessari alla produzione dei vaccini, è particolarmente complesso, perché i componenti non provengono solo dall’Europa, ma da tutto il mondo“. Infatti, ha precisato Hendrikse, “Per realizzare una dose occorrono 280 componenti provenienti da 86 fornitori in 19 Paesi”.

Max