Primi tagli all’istruzione. Il governo riduce le ore dell’alternanza scuola-lavoro

Il governo apporta i primi tagli nell’ambito della scuola, per quanto riguarda le ore dell’alternanza scuola-lavoro. La nuova alternanza riduce le ore che erano state programmate dal decreto della “Buona scuola” di Renzi e stabilisce una quota minima per gli studenti: 90 ore per gli istituti liceali, 150 per quelli tecnici e 180 per i professionali. Stime ufficiali parlano di un recupero pari a 50 milioni di euro. Il provvedimento sarà messo in vigore dall’anno scolastico 2019-2020 . Così Il ministro dell’Istruzione  Bussetti risponde alle critiche pervenute da una schiera di studenti e dirigenti scolastici che avevano trovato una disparità proprio nelle ore dell’alternanza scuola-lavoro. Adesso che l’orario è stato abbassato si cerca di “consentire più qualità e attenzione” per non far lavorare stabilmente uno studente in un’azienda durante gli anni in modo tale che capisca in cosa è più portato. “Ogni scuola potrà, autonomamente, aumentare il numero di ore che sarà indicato nella prossima Legge di bilancio e poi nelle Linee guida che stiamo costruendo”, si legge nella bozza di Legge di bilancio. L’ex sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, patrocinatore storico della questione, commenta: “Fare meno ore e soprattutto mettere meno risorse sull’Alternanza scuola lavoro vuol dire semplicemente farla peggio”.Il Documento economico e finanziario (Def) che è alla base della futura Legge di bilancio prevede, sempre in campo scolastico, “percorsi di cittadinanza attiva” fin dal primo ciclo di istruzione. Un articolo sarà dedicato ad “assicurare il diritto allo studio agli studenti diversamente abili o con bisogni educativi speciali”. Si passerà, gioco forza, dalla formazione iniziale dei docenti di sostegno e si prevedono giudizi per ogni scuola (“indicatori”) a proposito della qualità dei processi di inclusione.Nel Def si parla, ancora, di “nuovi strumenti per l’aggiornamento continuo e la valorizzazione professionale del corpo docente” e di un freno ai trasferimenti degli insegnanti, trasferimenti “che limitano un’adeguata continuità didattica”. Un articolo si occuperà della “formazione in servizio” del personale di segreteria delle scuole. Su questo fronte – continuità didattica e ruolo delle segreterie – l’avvio dell’anno scolastico è stato particolarmente difficile.Sensibile alla questione, il ministro Bussetti, laureato in Scienze motorie, introdurrà in Legge di bilancio la presenza di laureati in Scienze motorie “fin dalla scuola primaria” e progetta una riorganizzazione dell’attività sportiva scolastica.Sul fronte universitario, il Miur sta studiando un allargamento della “no tax area” varata dal Governo Gentiloni, istituto che porta studenti non abbienti a non versare la retta all’ateneo ma che, d’altra parte, sta mettendo in difficoltà gli stessi dipartimenti. Si prevede, poi, la stabilizzazione da parte delle Regioni del Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio per gli studenti “meritevoli, ma privi di mezzi” e una semplificazione delle procedure amministrative necessarie all’erogazione delle borse. Con questa Finanziaria si mette per iscritto che si procede “alla revisione del sistema di accesso ai corsi a numero programmato, attraverso l’adozione di un modello che assicuri procedure idonee a orientare gli studenti verso le loro effettive attitudini”. La ministra della Salute, Giulia Grillo, ha già anticipato che per Medicina vuole privilegiare il sistema alla francese: iscrizione libera il primo anno e selezione severa per l’accesso al secondo. Nel Def il Governo promette l’incremento delle risorse destinate alle università e agli enti di ricerca, “agendo sui rispettivi fondi di finanziamento e sulla ridefinizione dei criteri di finanziamento”. Significa, quindi, aumentare Ffo e Foe. “È allo studio l’elaborazione di un piano strategico pluriennale per l’università e la ricerca che affronti in maniera unitaria le diverse problematiche che caratterizzano il settore dell’alta formazione e della ricerca”. Il viceministro Lorenzo Fioramonti ha sempre parlato di una crescita di fondi per stabilizzare i ricercatori precari di Cnr e altri enti e oggi si ribadisce nel Documento economico e finanziario che si devono “creare le condizioni affinché i giovani talenti possano rientrare in Italia e disporre di infrastrutture fisiche e tecnologiche adeguate e finanziate in maniera costante”. I precari organizzati del Cnr, parlando di “momento confuso”, hanno organizzato una manifestazione nazionale a Roma, in Piazzale Aldo Moro, per il prossimo 10 ottobre.Questo governo vuole far crescere l’offerta formativa on line e telematica delle università statali, “attraverso “finanziamenti finalizzati”, e aumentare gli investimenti “pubblici e privati” nella ricerca sull’intelligenza artificiale. Nel settore dell’Alta formazione artistica e musicale (Afam) si stanno definendo i criteri per l’attivazione dei corsi di specializzazione e di formazione.  Ieri, infine, il viceministro Fioramonti ha fatto propria la proposta di sconti fiscali alle aziende che assumono dottori di ricerca: “Sostengo pienamente l’inserimento nella Legge di bilancio della defiscalizzazione per chi assume i laureati più qualificati”, ha detto.  L’insieme di queste misure, per ora, prevede un taglio di finanziamenti al Miur pari a 100 milioni di euro.