PROTESTE DEI GIUDICI DI PACE CONTRO PROMESSE DEL DDL NON RISPETTATE di Francesca Maiezza

Ieri è iniziato lo sciopero dei giudici di pace a distanza di un mese dall’ultima protesta, che si

prolungherà fino a lunedì 10, per dissentire riguardo al progetto di riforma della magistratura

onoraria steso dal Ministro Andrea Orlando, il quale si è dichiarato sorpreso per i recenti scioperi

della suddetta classe. Al disegno di legge, il segretario generale Unagipa (Unione nazionale

giudici di pace) Alberto Rossi risponde: “Smentiamo categoricamente che sul ddl di riforma della

magistratura onoraria, approvato dal Consiglio dei Ministri il 29 agosto scorso e non ancora

presentato in Parlamento, vi sia mai stato accordo con le associazioni di categoria.

Negli incontri tenuti al ministero si è parlato solo di durata del rapporto, malgrado le nostre

insistenti ed inascoltate richieste di estendere la discussione anche agli altri aspetti essenziali della

riforma, e ci siamo limitati a registrare l’impegno del Ministro Orlando di garantire la rinnovabilità

dei mandati a tutti i magistrati in servizio sino al raggiungimento dell’età pensionabile, impegno

poi clamorosamente smentito nel disegno di riforma, come anche confermato nell’ultimo

comunicato stampa del Ministro del 21 ottobre scorso”. Continua Rossi: “Non è accettabile che

un ministro prima assuma impegni precisi in relazione alla durata del rapporto e al trattamento

economico e previdenziale dei giudici di pace e degli altri magistrati onorari, e poi disattenda

questi impegni presentando al Consiglio dei Ministri un disegno di legge che va nel senso

opposto”.

Il presidente dell’Unione, Mariaflora Di Giovanni: “Avevamo avvertito il ministro Orlando

che non ci saremmo fermati e continueremo nelle azioni di protesta fino a che il disegno

di riforma predisposto dal ministero della Giustizia non verrà ritiratoe radicalmente

modificato, conformemente agli impegni assunti dal ministro già a marzo di quest’anno,

impegni integralmente disattesi”.

A causa dell’astensione duecentomila processi slitteranno al 2015 e tutto ciò a danno dei cittadini

che dovranno chiedere giustizia ad un giudice precario, sottopagato che non potrà garantire

terzietà, professionalità e indipendenza.