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Raffaella Carrà e Renatino si raccontano su Raitre

La scorsa stagione ‘ha funzionato’ ed anche bene, dunque il programma ispirato al format iberico ‘Mi Casa Es La Tuya’ (prodotto da Rai3 con ‘Ballandi Arts’), torna da domani sulla terza rete Rai. Un format, ha tenuto subito a precisare la conduttrice-padrona di casa Raffaella Carrà, che nella versione italiana “è un’altra cosa rispetto al format spagnolo. Per noi ‘casa’ vuol dire intimità. Non è un programma in cui le persone che incontro promuovono qualcosa, ma nel quale raccontiamo il loro mondo intimo. Cerco qualcosa di diverso nei personaggi che incontro“. Stavolta la ‘Raffa nazionale’, che domani inaugura con l’amato amico fraterno Renato Zero (suo compagno di scopone delle estati all’Argentario), si proporrà in una dimensione ‘itinerante’, andando letteralmente a scovare l’ospite di turno in un suo momento privato. Non a caso, tra gli ospiti previsti, è già trapelato che ‘A raccontare comincia tu’, sarà Loretta Goggi, raggiunta su un campo da golf – quindi anche nella sua casa – e Vittorio Sgarbi, all’interno della sua ‘casa-museo’. Riguardo Luciana Litizzetto è invece ancora tutto ‘segreto’. Ed a proposito di segreti, spiega ancora ‘la regina del Tuca Tuca’, nel suo programma risiede nell’atmosfera di un dialogo “intimo e personale”, che esula dalla classiche interviste, virando invece verso “incontri che durano anche due ore mezzo, durante i quali nasce un vero e proprio rapporto con la persone che ho di fronte. Il risultato è diverso da un’intervista realizzata da un giornalista che fa anche le domande piccantine. Io, invece, vivo sul momento stabilendo un rapporto emozionante con i miei interlocutori. Infatti – aggiunge – non ho uno studio, non ho un camerino, ma vago. Sono una girovaga“.

“Sono legata alla tv generalista ma metterò Netflix”

Insomma un fare televisione lontano dai clamori del sensazionalismo mediatico attuale, ma quasi ‘educato’, giocato tutto sulle vibrazioni. D’altra parte chi meglio di lei, che viene seriamente dalla ‘vecchia guardia’, poteva rendere fruibile simili ritmi e colori?
“Sono molto legata alla televisione generalista – commenta in proposito la conduttrice – mi piace la televisione della gente fatta dal vivo anche se prima o poi metterò Netflix. Non tutto comunque mi piace moltissimo. Quello che mi fa soffrire è quando un programma potrebbe essere fatto meglio con scelte diverse. Ci sono troppe cose tristi, ci vorrebbe più ironia. Io per esempio alleggerirei un po’ ‘La Vita in Diretta’, in cui si seguono fatti di cronaca nera”. Una scelta, questa, non dei “conduttori ma forse della rete. C’è qualcosa che impedisce loro di essere più ariosi”.
Certo, anni fa era tutto diverso, ricorda, ad esempio, “Carramba non era una trasmissione del dolore. La gioia qualche volta fa piangere, l’emozione fa piangere. Era un programma fantastico. Oggi vedo un po’ di quel programma in giro, ma è tutto diverso rispetto al passato. ‘Carramba’ rimarrà”. Tanto è, racconta ridendo, che proprio incontrando Loretta Goggi, “La prima cosa che le ho detto è stata: ‘Non saremmo i Bartali e Coppi degli anni Settanta’. Ma non è così perché è diversissima da me. Ha un tale talento che Raiuno se ne dovrebbe accorgere!”.

“Il Festival di Saremo? Mi obbligarono a farlo”

Intendiamoci, la sua carriera televisiva, tiene a precisare, non è stata sempre caratterizzata da cose divertenti. Ad esempio, forse non tutti sanno che “mi obbligarono a fare il Festival di Sanremo quello del 2001. Elisa è nata al mio Festival così come Gigi D’Alessio“, aggiunge però fiera.

“Benigni mi ha detto no. Conte? Non ero pronta”

Una trasmissione simpatica e godibile che, rivela Raffa, non è tutta rose e fiori come sembra, ci sono stati anche diversi no: “Benigni mi ha detto di no – ricorda – perché probabilmente non ha voglia di parlare della sua vita”. Quanto ai politici, in realtà “mi hanno proposto di intervistare il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Poi l’intervista è saltata ma la verità è che non ero pronta“.
Entusiasta invece Stefano Coletta, direttore di Raitre, che ha voluto salutare questa seconda stagione di ‘A parlare comincia tu’, affermando che “Raffaella Carrà nasconde una grandissima sensibilità dietro al suo grande rigore e al suo grande perfezionismo. Ho sempre pensato che la Carrà, per la sua identità e per la sua storia, fosse molto in linea con la rete che insieme ai miei collaboratori abbiamo costruito: una rete autentica, rigorosa, che racconta l’attualità in un contrappunto costante con il passato, a la serie al via da domani sarà più omogenea rispetto a quella precedente”.
Max