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Rapporto spiagge 2021 di Legambiente: tutti i dettagli

“In nessun Paese europeo esiste una situazione simile di gestione delle spiagge.”: è l’allarme di Legambiente in merito alla gestione delle spiagge libere in Italia, emerso a Lecce, nella prima Conferenza Nazionale sui Paesaggi Costieri organizzata da Legambiente e dall’Osservatorio Paesaggi Costieri Italiani.

Un report che evidenza i dati del rapporto 2021: aumentano del 12,5% le concessioni balneari, preoccupa l’avanzare dell’erosione costiera e i tratti di costa non balneabili. Boom di stabilimenti green in tutta Italia. Puglia e Sardegna regioni virtuose per spiagge libere garantite. E il Lazio come è messo? La Regione fissa al 50% la quota minima di spiaggia libera o libera attrezzata. Lungo il litorale romano, si registra un record negativo per continuità di litorale senza spiaggia libera, con un muro a Ostia che impedisce per circa 3,5 chilometri di vedere il mare e di fruirne gratuitamente. Nel marzo 2020, sono stati abbattuti i manufatti abusivi nell’area dell’ex stabilimento “L’Arca”, un passo in avanti ma comunque di piccole dimensioni rispetto al problema.

In questa seconda estate di pandemia trovare una spiaggia libera è sempre più difficile. Oltre il 50% delle aree costiere sabbiose è sottratto alla libera e gratuita fruizione. A pesare è dunque l’aumento esponenziale in tutte le Regioni delle concessioni balneari arrivate a oltre 12 mila nel 2021: tra le regioni record ci sono Liguria, Emilia-Romagna e Campania con quasi il 70% dei lidi occupati da stabilimenti balneari. Tra i casi virtuosi la Puglia e la Sardegna che hanno stabilito il principio del diritto di accesso al mare per tutti fissando una percentuale di spiagge libere pari al 60%, superiore rispetto a quelle da poter dare in concessione (40%).

Legambiente insiste: “Serve al più presto una Legge per garantire il diritto alla libera e gratuita fruizione, per premiare la qualità dell’offerta dei lidi in concessione. E un piano nazionale di adattamento al clima, per affrontare l’erosione con soluzioni efficaci”. A pesare sulle poche spiagge italiane è anche il problema dell’erosione costiera che riguarda circa il 46% delle coste sabbiose e che si sta accentuando a causa della crisi climatica.

Resta il nervo scoperto della poca trasparenza dei canoni pagati per le concessioni e della non completezza dei dati per delle aree che appartengono al demanio dello Stato. Gli ultimi dati disponibili sulle entrate dello Stato sono del 2019, poiché lo scorso anno nella relazione tecnica del cosiddetto “Decreto Agosto” di risposta alla crisi pandemica, si trova che l’ammontare è pari a 115 milioni, di cui solo 83 però effettivamente riscossi. Non solo appare rilevante questa differenza tra quando dovuto e effettivamente pagato, ma risultano ancora da versare 235 milioni di euro di canoni non pagati dal 2007. Sembra quasi che allo Stato non interessino i canoni delle spiagge. Eppure il giro di affari degli stabilimenti balneari è stato stimato da Nomisma in almeno 15 miliardi di euro annui. Intanto continua il valzer della proroga senza gara delle concessioni balneari: ultima, in ordine di tempo, quella approvata nella Legge di Bilancio 2019 e nel recente Decreto Rilancio che le estende fino al 2033, nonostante già nel 2009 l’Ue abbia avviato una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia chiedendo la loro messa a gara, visto che la Direttiva Bolkestein del 2006 prevede procedure di evidenza pubblica.

Buone notizie green. Anche quest’anno nel report si segnalano gli stabilimenti che puntano su un’offerta green e di qualità: ci sono quelli plastic free, quelli che investono sul solare, che salvaguardano le dune, valorizzano prodotti a km zero, prevedono spazi ad hoc per chi si muove in bici o con mezzi di mobilità elettrica. Anche quest’anno nel report si segnalano gli stabilimenti che puntano su un’offerta green e di qualità: ci sono quelli plastic free, quelli che investono sul solare, che salvaguardano le dune, valorizzano prodotti a km zero, prevedono spazi ad hoc per chi si muove in bici o con mezzi di mobilità elettrica. Tra le new entry di quest’anno: Bagno Giulia 85 – Riccione è il primo stabilimento entrato a far parte del progetto provinciale sul turismo sostenibile “Agenda 21e la Spiaggia Tamerici – Cesenatico un arenile rinaturalizzato libero, dove a differenza delle altre spiagge libere qui l’ombrellone non lo devi portare, perché l’ombra è disponibile, naturale, gratuita grazie agli ombrelloni di tamerice. La spiaggia è accessibile anche a persone con ridotta capacità motoria e anche i servizi essenziali come le cabine spogliatoio e le docce sono state realizzate con pali di castagno privi di corteccia e l’acqua tiepida è garantita da un sistema di tubi interrati, per sfruttare il surriscaldamento del suolo.