REGIONE LAZIO INTERVENTO DEL CONSIGLIERE SIMEONE (FI) SUL PERICOLO RECESSIONE

Criticità economica della Regione, necessità di misure straordinarie da parte di Zingaretti e la giunta e l’urgenza di sbloccare i pagamenti per i giovani agricoltori. Sono questi i temi portanti dell’intervento del consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone, in merito al pericolo recessione nel Lazio e alla mancanza di una politica economica regionale. Di seguito le sue dichiarazioni.

“Per ogni azienda che nasce, due non riescono a sopravvivere. 11.252 le aziende che hanno chiuso nel settore terziario. 6020 le imprese nate. Un saldo in rosso, per il Lazio, che segna il – 5.232 aziende. L’ennesimo segnale che l’ondata nera dell’economia del Lazio non accenna ad arretrare. Definirsi allarmati è il minimo. Stiamo raschiando il fondo. La crisi economica è crisi sociale. E il dramma è che la disoccupazione rischia di diventare strutturale. L’ennesima dimostrazione che questa Regione non può aspettare oltre per mettere a punto una politica economica che sia in grado di recepire il grido di dolore che proviene dai territori, dalle aziende, dai lavoratori. Condividiamo l’appello del presidente di Confcommercio Lazio, Rosario Cerra. Condividiamo la necessità di smetterla di parlare di lievi miglioramenti e di affrontare la realtà. Con questi numeri il Lazio si muove sulla soglia che divide la stagnazione dalla recessione. Per limitare i danni Zingaretti deve comprendere che serve un piano di interventi straordinario e di ampio respiro. Continuiamo a sentire grandi annunci ma poi, nei fatti, Zingaretti dimentica di sbloccare i fondi per i giovani agricoltori che dopo aver creduto in un progetto, effettuato gli investimenti, si trovano con l’acqua alla gola per i ritardi di questa Regione. Zingaretti sta diventando come Paperon de Paperoni che sulla porta del deposito aveva scritto “per i pagamenti passare domani”. Serve il coraggio di mettere in pratica azioni che portino ad un vero e proprio shock di competitività. Serve la capacità di mantenere gli impegni assunti. La politica dei rattoppi, del rincorrere le emergenze non solo ha fatto il suo tempo ma soprattutto non ha prodotto alcun risultato. E i numeri in questo caso sono molto chiari, lontani da qualsiasi interpretazione”.