“Io non sono un politico, non appartengo a nessun partito e non mi cibo di questi banchetti mediatici. Se in quella banca cera il padre della Boschi a me non interessava e tuttora interessa niente. Io, ora come allepoca, ero ambasciator privato. Tanto che, infatti, Renzi non sapeva nulla”. Non davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche, ma davanti al taccuino di un giornalista del Corriere della Sera, non senza amarezza Marco Carrai ha commentato il suo coinvolgimento nella questione Etruria: “Avvilito da questo clima politico così modesto e raccapricciante, mediaticamente e politicamente molto violento. Sono stato scaraventato in mezzo a questo agone deviato e deviante. Il mio indirizzo mail privato è stato pubblicato da giornali e TV…. Non mi occupavo di Etruria – tiene a sottolineare ancora il membro del Cda della fondazione Open – ma della Banca Federico del Vecchio, controllata da Etruria. Il mio cliente, che stava lavorando sul dossier della Federico del Vecchio, era interessato a sapere se Unicredit chiudesse o meno su Etruria. Il suo legittimo interesse era sapere chi fosse il futuro proprietario della banca. Domandare è lecito”. Ed a proposito della mail di sollecitazione inviata allallora ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, Carrai puntualizza che non si trattava affatto di una sorta di pressione: “Ho gentilmente sollecitato i tempi della risposta, non la sostanza della risposta: il tempo del business economico non è un tempo di ruminatio. Per questo ho voluto portar rispetto premettendo nel rispetto dei ruoli”. Infine, in relazione ad un incontro con Renzi per discutere di un suo eventuale ruolo di consulente su Banca Etruria, Carrai si fa livido: “Mi fa specie infatti che un autorevole giornalista abbia scritto che avrei dovuto parlarne al presidente del Consiglio. Se lo avessi fatto, oggi si direbbe che il sottoscritto si era fatto autorizzare da Renzi per lacquisto della Banca Del Vecchio”.
M.