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    Richiamo vaccino Covid in vacanza, il parere degli esperti

    Richiamo del vaccino Covid ai turisti. La proposta vagliata dalle Regioni per la somministrazione della seconda dose ai turisti che fanno soggiorni lunghi fa discutere gli esperti che sono in gran parte a favore di questa ipotesi. Vediamo tutte le posizioni e i consigli degli esperti.  

    “La vaccinazione in vacanza è un’opzione da tenere presente” dice all’Adnkronos Salute Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e assessore alla Salute della Regione Puglia. “Non tanto per chi fa vacanze brevi, per le quali ci si può organizzare grazie all’elasticità che i vaccini disponibili, ma per le persone che trascorrono un periodo lungo, magari nella Regione d’origine. E’ questo è il caso sicuramente della Puglia dove in tanti tornano per un mese o due. A queste persone il vaccino va garantito”.  

    “Si tratterà – continua Lopalco – di chiedere ai cittadini che fanno la seconda dose di portare la documentazione della prima dose. E organizzare spazi adeguati per le persone che non hanno potuto in alcun modo spostare il secondo appuntamento nella Regione di residenza. Sono persone che potremmo considerare temporaneamente residenti, come abbiamo fatto per altre categorie nei mesi scorsi”. 

    Seconda dose di vaccino anti-Covid in vacanza? “Sono favorevole, ma ci sono due problemi da superare. Primo, occorre prevedere il ‘dialogo’ tra i sistemi informatici delle diverse Regioni, per evitare errori e somministrare il vaccino giusto nel giorno giusto”. In secondo luogo, fa notare all’Adnkronos Salute Carlo Signorelli, docente di Igiene e Sanità pubblica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, è necessario anche “tener conto degli approvvigionamenti delle dosi e del riequilibrio necessario”.  

    La strategia, però, è utile, continua l’esperto, “perché è necessario creare tutte le condizioni possibili perché la gente si vaccini. In questo momento, infatti, abbiamo persone che rifiutano il vaccino, o lo rimandano, perché la seconda dose capita in vacanza. Questo è da evitare in ogni modo”. 

    Per Signorelli, “occorre fare un piano di ‘vaccinazioni in vacanza’ che deve tener conto dell’arrivo dei vaccini nelle diverse Regioni. Credo che con un piccolo sforzo si possa fare. Se si mettesse in piedi un sistema di prenotazioni per la seconda dose per chi è in ferie ‘fuori sede’, si potrebbe riuscire a centrare l’obiettivo. Ma serve dedicare attenzione al problema perché non è così semplice e immediato” . 

    “Quando parliamo delle vaccinazioni nelle località di vacanza, siamo di fronte ad una questione importante: non si possono stravolgere i calendari delle seconde dosi. Ed è per questo che si deve trovare oggi una soluzione per permettere di fare il richiamo anche fuori dalla propria Regione” evidenzia all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma. 

    “Stiamo vaccinando gli adolescenti – aggiunge Andreoni – sono proprio loro la fascia di popolazione che in estate si muove di più. Quindi, per poterli portare con un’immunizzazione alla ripresa della scuola, dobbiamo essere in grado di trovare delle soluzioni tra Regioni per permettere a chi ha necessità di fare la seconda dose in Sicilia anche se è residente a Milano”. 

    “Seconda dose in vacanza? Si può” dice all’Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell’Università Statale di Milano. “L’imperativo è: facilitiamo la vaccinazione”. E comunque, sottolinea Preglisco, “per il richiamo una flessibilità c’è. Ed è dimostrato che non bisogna mai anticipare, ma posticipare si può e magari dà anche risultati migliori. Abbiamo visto per esempio che con il richiamo a 90 giorni Pfizer dà addirittura risultati migliori. L’obiettivo comunque – aggiunge il virologo – è velocizzare la campagna vaccinale allargandola a più persone possibile. Quindi troviamo quelle modalità di flessibilità senza esagerare con i prolungamenti”. 

    “La possibilità di fare il richiamo vaccinale nel luogo di vacanza, posto che bisogna organizzare in modo che non si crei un sovraffollamento rispetto ai residenti, è certamente un ulteriore vantaggio per incentivare le persone a usufruire del vaccino”. A dirlo all’Adnkronos Salute il virologo Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia. Si evitano, così, “i casi in cui ci possa essere il disagio di interrompere la vacanza, con il rischio che le persone siano tentate di non fare la seconda dose o di rimandarla”. Serve, però, che “la logistica sia pensata nella maniera più opportuna, magari coinvolgendo le farmacie, come è stato già ventilato, e anche della guardia medica turistica. Credo che sia un’opzione che possa facilitare la gestione della seconda dose”.