Rivalutazione pensioni, ecco come funziona

    Le prestazioni di previdenza sociale e di assistenza sociale con il nuovo anno beneficeranno della perequazione, ossia l’adeguamento dell’importo con il cambiamento dell’inflazione: si tratta di uno strumento molto importante, poiché in questo modo il valore di acquisto della pensione rimane invariato nel tempo. Un decreto pubblicato dal MEF nella Gazzetta Ufficiale il 16 novembre 2018 andava infatti a formalizzare il tasso di riferimento da applicare per la rivalutazione delle pensioni nel 2019: un + 1,1%, che porterà il trattamento minimo dagli attuali € 507,42 a € 513,01.

    È importante sottolineare tuttavia che non tutte le pensioni saranno aumentate dell’1,1%; infatti, con la legge di bilancio, è stato stabilito che solo le prestazioni di previdenza sociale con un importo non superiore a tre volte il trattamento minimo beneficeranno della rivalutazione a tasso pieno. Per le pensioni più elevate, invece, per l’equalizzazione verrà utilizzata un’aliquota ridotta in base alle aliquote fornite a seconda dell’importo della sovvenzione.

    La rivalutazione è infatti uno strumento con cui gli importi delle prestazioni sociali sono adeguati all’aumento del costo della vita riportato dall’ISTAT: le prestazioni sociali che beneficiano di questo adeguamento sono tutte quelle fornite dalla pensione pubblica, quindi non solo le pensioni dirette (pensioni di anzianità e di vecchiaia) ma anche le pensioni indirette (superstiti). Va anche notato che la rivalutazione riguarda anche quei trattamenti di previdenza sociale che hanno beneficiato dell’integrazione al minimo della pensione.

    L’importanza di questo strumento è facile da capire: adeguando l’importo della pensione all’aumento dell’inflazione, infatti, ciò mantiene il potere d’acquisto dell’indennità invariato nonostante gli anni che passano. In dettaglio, la perequazione sarà completa (cioè a + 1,1% per il 2019) solo per assegni con un importo non superiore a 3 volte il trattamento minimo che, come detto, nel 2019 è pari a 513, 01 € . Pertanto, solo per gli assegni di un importo annuo non superiore a € 1.539,03.

    Con l’aumento della quantità di pensioni, tuttavia, la misura della perequazione verrà ridotta lentamente. Come esempio, in dettaglio:

    importo oltre 3 volte ma meno di 4 volte (€ 2.052,04): 97% del tasso di riferimento, ossia l’1,067%;
    importo oltre 4 volte ma meno di 5 volte (€ 2.565,05): 77% del tasso di riferimento, pari allo 0,847%;
    importo oltre 5 volte ma meno di 6 volte (€ 3.078,06): 52% del tasso di riferimento, pari allo 0,572%;
    importo oltre 6 volte ma meno di 8 volte (€ 4.104,08): 47% del tasso di riferimento, pari allo 0,517%;
    importo oltre 8 volte ma meno di 9 volte (€ 4.617,09): 45% del tasso di riferimento, ovvero 0,495% per il 2019;
    importo oltre 9 volte il trattamento minimo: 40% del tasso di riferimento, 0,44%.