ROMA – ‘CANTA CON ME’, QUATTRO SCUOLE ROMANE AL TEATRO DELL’OPERA

Si è tenuto ieri l’ultimo atto di un lungo percorso iniziato a marzo per quattro scuole primarie romane. Il progetto chiamato ‘Canta con Me’, presentato il 21 novembre al Teatro Quarticciolo in occasione della giornata internazionale per i diritti dell’infanzia, è stato ideato dalla Fondazione Teatro dell’Opera di Roma e realizzato dal suo Dipartimento Didattica e Formazione. Questo ha visto coinvolte quattro scuole romane provenienti da altrettante parti della capitale. Le scuole che hanno aderito a questa iniziativa, collaborando con il Direttore del Coro di Voci Bianche, il Maestro Josè Maria Sciutto, e con la scuola di canto corale del teatro dell’Opera di Roma, sono Pablo Neruda di Selva Candida; la scuola primaria ‘Sibilla Aleramo’ dell’Istituto Comprensivo Via Olcese, quella di via Cutigliano alla Magliana ed infine di via Castelbianco di Settecamini.

Ad essere coinvolti sono stati all’incirca 400 studenti, che per la prima volta hanno avuto modo di visitare il Teatro dell’Opera e di calpestare il palcoscenico della struttura che fa tanto invidia alle grandi città mondiali. Una location che ha avuto modo di ospitare la scorsa settimana l’anteprima mondiale del grande spettacolo ‘La Traviata’, diretta dalla regista Sofia Coppola. Per questi giovani studenti, un’esperienza unica ed inimitabile, che ricorderanno sicuramente in futuro.

Un matinè che ha concluso il progetto fortemente voluto dal Teatro Costanzi e sostenuto da molti enti pubblici e privati. Una collaborazione che ha potuto far cimentare i giovani della scuola primaria nel mondo della musica. Lo spettacolo patrocinato dal Senato della Repubblica ha visto coinvolta in prima persona anche la seconda carica dello Stato, Pietro Grasso, fin da subito primo sostenitore del progetto. “E’ stata un’iniziativa importante – ha dichiarato il Presidente del Senato a conclusione del concerto -. Questo progetto ha spostato la musica dai teatri nelle periferie. Il suo più grande merito è stato anche quello di far venire le periferie al centro di Roma, in un bellissimo teatro come quello dell’Opera. In questo modo si è riusciti ad avvicinare i giovani alla musica che è sinonimo di aggregazione e collaborazione”.

Numerose sono state le persone intervenute all’iniziativa che si sono congratulate con gli ideatori del programma, con i Presidi e con i docenti delle scuole. Un concerto che ha visto tantissimi bambini romani della scuola primaria esibirsi magistralmente in canti tradizionali di numerosi paesi mondiali. Musiche che andavano dagli Stati Uniti all’Argentina, dall’Africa all’Est Europa. Un viaggio musicale che ha toccato ogni angolo del paese coinvolgendo e sensibilizzando i giovani nei confronti di temi molto delicati che sono ancora oggi al centro del dibattito politico, sociale e culturale del nostro Paese quali l’integrazione e il multiculturalismo.

Un progetto che ha avuto come principio cardine quello di far vivere concretamente l’ideale di coesione, ascolto e integrazione che da sempre caratterizza il coro. Coro come metafora di integrazione e cooperazione, quindi. Un ideale di collettivismo che caratterizza il mondo della musica tradizionale e che è stato portato in tutte le classi coinvolte. Integrazione delle periferie, ascolto per la coesione sociale, promozione culturale nelle scuole sono state, quindi, la dolce melodia che ha accompagnato questo grande lavoro.

“Facendo parte di un coro – dichiara il Direttore dell’orchestra di origine Argentina, Josè Maria Sciutto, a margine dell’iniziativa -, gli studenti hanno avuto modo di imparare l’importanza dell’ascolto, del sintonizzarsi sull’altro, del coglierne le differenze per fare in modo che le voci di tanti escano più coese e forti di quella del singolo”. Un progetto quello di Sciutto che è stato portato avanti anche in altre città mondiali, riuscendo a coinvolgere migliaia di bambini e avvicinandoli così al canto corale attraverso il suo ‘metodo globale’. Un modo di fare teatro che è molto vicino a quello dell’illustre Bertolt Brecht che aspirava, nel secolo scorso, ad un teatro ‘popolare’ aperto a tutti e non solo ad una parte della società. Un modo di fare teatro che cerca di aprirsi all’intera collettività coinvolgendo, non solo le scuole primarie, ma anche la cittadinanza delle periferie delle grandi metropoli come Roma ad avvicinarsi a questo mondo molte volte sottovalutato dalla gente ‘comune’. “Ci sentiamo in dovere di ringraziare chi ha voluto coinvolgere la nostra scuola – raccontano le maestre dell’I.C. via Olcese -, in particolare la Preside Tiziana Santoro che ha creduto fortemente in questo progetto, e il maestro Daniele Ruffino che con grande competenza, impegno e responsabilità è riuscito a trasmettere ai bambini l’amore per la musica”.

L’obiettivo è stato uno e molto chiaro; continuare a lavorare per la formazione di un soggetto capace di creare aggregazione sociale. Importante sarà penetrare nel tessuto urbano, promuovendo ulteriori progetti formativi ed educativi riguardo al campo musicale.

Davide Di Carlo