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Roma, FIPE in piazza San Silvestro: “Vogliamo riaprire in sicurezza”

Si è svolta oggi l’assemblea pubblica di FIPE Confcommercio in piazza San Silvestro a Roma. Dopo un minuto di silenzio per le vittime del Covid, ad aprire l’assemblea sono le parole del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli: “Quando si spegne un’insegna di un locale, un bar o una qualsiasi attività, muore un pezzo del futuro del nostro paese”. Una frase che indica un sentimento comune a tutti i settori, uno stato d’animo che avvicina qualsiasi attività.

#vogliamoriaprire l’hashtag della manifestazione ed è proprio quello che si sta chiedendo in più manifestazioni sul territorio di Roma, e non solo. La manifestazione ha visto l’intervento di altri vertici collegati da varie piazze d’Italia.
Ad esprimersi è anche Alessandro Cavo, esercente collegato da Genova: “Siamo qui per chiedere di poterci rialzare. Chiediamo una data per iniziare a risollevarci, troppi colleghi sono caduti, troppo i ristori promessi che non sono arrivati.
Bar, ristoranti, catering, discoteche, imprese balnear oggi erano rappresentati dai vertici FIPE. Nella stessa piazza in cui ieri da una parte c’era chi voleva il mero scontro con la Polizia e dall’altra chi cercava di discutere civilmente, oggi c’erano i vertici di FIPE. La manifestazione ordinata e pacifica si è svolta all’interno di un’area transennata, con controlli all’entrata rispettando le misure anti-Covid.

Le richieste sono forti e chiare: “Abbiamo investito nella sanificazione – ha detto ancora Sangalli – abbiamo accettato le regole del distanziamento, abbiamo rafforzato l’alleanza con i consumatori, abbiamo difeso i nostri collaboratori. E tutto per poter lavorare in sicurezza.” Così parla Sangalli, che impronta il suo intero discorso sul non mollare oggi per pensare al domani e sulla voglia di lavorare in sicurezza.

La Federazione Italiana Pubblici Esercizi, in quanto associazione, ci tiene a sottolineare che si distanzia completamente dalla manifestazione svoltasi nella stessa piazza il giorno precedente. Non ci sono stati minuti di tensione o disordini. In maniera simbolica e conclusa l’assemblea, Moreno, ristoratore toscano, ha richiamato l’attenzione dei presenti rompendo con un martello piatti, bicchieri e bottiglie di vetro per raccoglierne poi i cocci. Questo a simboleggiare che la sua protesta non è violenta, ma il messaggio era di inutilità di alcuni utensili ormai fermi da moltissimo tempo.