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Roma: i buoni affitto ci sono ma il Comune tace

Un Paese strano e controverso il nostro, se vissuto puntando la lente in quella sorta di ‘area franca’ che caratterizza i rapporti tra il cittadino e le istituzioni. Perché se è vero che per concezione, tramite la libera espressione elettorale, l’amministratore viene ‘scelto’ proprio per garantire al suo elettore un rapporto di fiducia e seria collaborazione, c’è purtroppo da constatare che poi – in maniera ‘univoca’ – questo rapporto è andato via via scemando. Con il tempo si è giunti addirittura al paradosso che in determinate situazioni (tasse, leggi, scelte. ecc.), rispetto al cittadino comune le istituzioni sembrano quasi incarnare la figura del ‘nemico’. Intendiamoci, ovviamente le cose non stanno così, ma sono ormai talmente tanti i campi minati, gli accordi subdoli – e forse pesa anche un po’ una componente narcisistica – che inevitabilmente gli istitutori raramente riescono a mantenere promesse ed impegni.
Ora il problema serio si pone quando tra il cittadino e gli istitutori si frappone il filtro rappresentato dalla cosiddetta ‘burocrazia’, un apparato elefantiaco e faragginoso che determina e gestisce gli aspetti pratici della ‘cosa comune’: rimborsa, ricorre, libera fondi, chiude le pratiche, e via discorrendo. Complice oltretutto la realtà ‘cartacea’ di cui si compone (ma la digitalizzazione è finalmente alle porte), a volte basta una disattenzione, una pratica persa, una firma sbagliata, perché il sistema generi metastasi impazzite.

In migliaia rischiano lo sfratto per morosità

Ma facciamo un esempio pratico. Come è noto nel Paese, ma a Roma in particolare, l’emergenza abitativa è una triste e gravissima realtà da decenni. L’edilizia popolare è bloccata, case popolari o del Comune da assegnare ‘ne figurano’ pochissime, senza contare poi quelle ancora oggi occupate abusivamente, alla luce di un patrimonio edilizio che non è mai stato realmente censito, tanto è che si contano anche migliaia di alloggi vuoti. Ora, in seno a questo preoccupante e ‘storico’ problema s’inserisce un’ulteriore drammatica realtà, rappresentata da quanti – per improvviso licenziamento, lutti o malattie – si trovano impossibilitati a poter pagare l’affitto. Anche qui parliamo di migliaia di persone che, rischiando lo sfratto per morosità poi paradossalmente non possono accedere agli alloggi popolari proprio perché morosi! Una spirale senza fine. Qui come dicevamo, entrano in gioco i nostri istitutori i quali, coerenti alla loro reale e principale ‘mission’ si adoperano per cercare di aiutare quanti in difficoltà. Bene, direte voi, sì ma c’è un problema, quello di cui abbiamo accennato sopra: la burocrazia. O almeno, così sembrebbe, diversamente significherebbe avere a che fare con qualcosa di ‘intenzionale’.

Trombetti (Pd): “Pronti 20 mln di euro, ma…”

Oggi ad esempio apprendiamo dal responsabile Casa ed Emergenza Abitativa Pd Roma, Yuri Trombetti che “nonostante la Regione Lazio abbia messo a disposizione dei Comuni del Lazio 20 milioni di euro per aiutare le famiglie che sono in difficoltà nel pagare l’affitto, il Comune di Roma ancora non ha preparato il bando per permettere alle famiglie di fare domanda”. Una notizia che davvero ci meraviglia. “Eppure il Comune di Roma – spiega ancora Trombetti – è quello che ha un numero maggiore di sfratti per morosità, che ha tantissime famiglie che non riescono a pagare gli affitti a fine mese, è quello in cui l’emergenza abitativa è un tema esplosivo. Gli altri comuni del Lazio hanno preparato i bandi e chi deve fare domanda può recarsi al proprio Comune e ritirare i moduli – prosegue il responsabile casa del Pd – Al comune di Roma no; la sindaca dorme, l’assessore al patrimonio pensa a come dare immobili comunali (come Cardinal Capranica ai privati), e il nuovo presidente della commissione casa dopo 3 anni sta ancora studiando. E intanto i cittadini che non ce lal fanno a pagare vanno per strada.
Una situazione davvero pazzesca che speriamo la sindaca Raggi risolva quanto prima…
Max