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Roma, la Lega: “Gli atti vandalici al Parco Lenzini sono anche colpa di inadempienze da parte del Municipio e del Comune”

I deprecabili atti vandalici con cui, in meno di 36 ore, per due volte, è stata danneggiata la targa commemorativa del Parco Lenzini, sono solo la punta dell’iceberg di una serie lunghissima di criticità riguardanti le aree verdi, che i residenti di Val Cannuta e in generale del quadrante Boccea-Aurelio, sono costretti a subire a causa delle gravi inadempienze di Municipio e Comune“.

Lo scrive in una nota il consigliere regionale del Lazio della Lega, Daniele Giannini.

Da tempo immemore – prosegue – chiediamo alle amministrazioni di intervenire, non solo sulla manutenzione di questi parchi, ma anche per garantire la recinzione e la chiusura notturna degli stessi.

Senza questi interventi i giardini dei nostri quartieri rimarranno sempre ostaggio di baby gang, vandali e, nel peggiore dei casi, di sbandati che occupano addirittura le aree gioco dedicate ai bambini per tirare sù accampamenti di fortuna e insediamenti abusivi, lasciando ogni genere di rifiuti.

Quanto accaduto a Via Vezio Crisafulli, frutto di un teppismo diffuso, ha portato alla luce – spiega ancora il consigliere – quella che è la triste realtà delle aree verdi del territorio, zone ormai quasi off-limits di giorno, figuriamoci all’imbrunire. Nel 2011, dodici anni fa, fu il sottoscritto, in qualità di presidente dell’allora Municipio XVIII a inaugurare il suddetto parco, in una zona dove non vi era nulla, portando in dote alla comunità area giochi, area cani, area fitness e molte delle alberature ancora presenti. Adesso, al di là delle parole di circostanza di Gualtieri e Onorato, è giunto davvero il momento che queste amministrazioni PD, a via Aurelia e al Campidoglio, si occupino una volta per tutte del verde pubblico locale, con fatti concreti e interventi rapidi, prima che si ripetano atti di vandalismo. Il punto – conclude Giannini – è che le aree verdi e i parchi, come quello del Pineto, vanno recintati e chiusi di notte“.

Max