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Roma, l’istituto di Via Trionfale e la gaffe sulla presentazione: “Figli dell’alta borghesia e di colf e badanti insieme”

Da una parte i figli dell’alta borghesia, dall’altra quelli di colf, badanti e autisti. Sembra una frase estrapolata e rivista di uno dei film di Checco Zalone, in realtà è la presentazione, quantomeno bizzarra di una scuola romana. Nello specifico dell’Istituto statale Via Trionfale. La scuola in questione, nata nel 2013 dalla fusione della Scuola Primaria e dell’Infanzia del 297° C.D. e la Scuola Secondaria di primo grado di Vallombrosa, ha generato non poche polemiche in queste ore.

A portare a galla la descrizione dell’istituto è stato il quotidiano Leggo, che in un articolo uscito stamattina ha reso noti i dettagli trascurabili elencati nella descrizione dell’istituto alla sezione ‘presentazione’. Una serie di dati che poco hanno a che vedere con la scelta di una scuola piuttosto di un’altra. L’istituto Via Trionfale ha infatti tenuto a specificare la suddivisione per ceti sociali e culturali dei diversi plessi che costituiscono l’organo scolastico in questione.

La reazione del ministro Azzolina

Nella sezione presentazione dell’istituto romano Via Trionfale si legge a chiare lettere: “La sede di via Trionfale e il plesso di via Taverna accolgono, infatti, alunni appartenenti a famiglie del ceto medio-alto, mentre il Plesso di via Assarotti, situato nel cuore del quartiere popolare di Monte Mario, accoglie alunni di estrazione sociale medio-bassa e conta, tra gli iscritti, il maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana”.

Per poi entrare ancora più nello specifico quando c’è da descrivere il plesso a via Cortina d’Ampezzo: “Il plesso di via Vallombrosa, sulla via Cortina d’Ampezzo, accoglie, invece, prevalentemente alunni appartenenti a famiglie dell’alta borghesia assieme ai figli dei lavoratori dipendenti occupati presso queste famiglie (colf, badanti, autisti, e simili)”, si legge sul sito della scuola.

La segnalazione di Leggo non è rimasta inascoltata e ha portato anche alla replica della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina: “La scuola dovrebbe sempre operare per favorire l’inclusione. Descrivere e pubblicare la propria popolazione scolastica per censo non ha senso. Mi auguro che l’istituto romano di cui si racconta oggi su Leggo.it possa dare motivate ragioni di questa scelta. Che comunque non condivido”, ha dichiarato in merito alla questione.