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    Roma, presidio Confesercenti a Montecitorio: “Portiamo le imprese fuori dalla pandemia”

    L'iniziativa dell'associazione di categoria per "dare voce alle necessità e alle richieste delle attività del terziario, del commercio e del turismo": contributi adeguati e un piano per riaprire in sicurezza

    Presidio Confesercenti Roma

    Portare le imprese fuori dalla pandemia attraverso “sostegni adeguati, fiscalità, credito immediato e un piano per la riapertura in sicurezza”. Sono le chiare richieste fatte al governo dalla Confesercenti, che questa mattina ha organizzato un presidio a piazza Montecitorio, a Roma, “per  dar voce alle necessità delle attività del terziario, del commercio e del turismo. “Perché le imprese sono il motore della nazione. Se non ripartono, l’Italia non può ripartire”, spiega l’associazione di categoria, che ha lanciato una petizione online con “un pacchetto di proposte concrete per far uscire le imprese dalla crisi e ha scritto una lettera, a firma della presidente Patrizia De Luise, al capo dello Stato, Sergio Mattarella. “Il presidente – si legge nella missiva – ha sempre dimostrato di saper cogliere e comprendere le inquietudini, i disagi, i drammi e le difficoltà di chi perde il lavoro”.

    Difficoltà percettibile nell’assordante silenzio che ha accompagnato il presidio in cui erano presenti imprenditori, commercianti e operatori nel settore turistico, in piazza per manifestare non rassegnazione, ma idee chiare e orgoglio. “Perché di situazioni difficili ne abbiamo passate tante – racconta Anna Rita, presente al presidio e proprietaria del Caffè Fondi dal 1936, storico locale della Capitale a due passi da Termini – ma questa rischia di essere un’onda travolgente senza un aiuto concreto dello Stato”.

    Per questo “si deve intervenire con reali ed efficaci sostegni, un forte alleggerimento fiscale, aprire le linee di credito e soprattutto far ripartire il lavoro, facendo riaprire in sicurezza le attività”, spiega Valter Giammaria, presidente della Confesercenti Roma e del Lazio. “Non c’è più tempo. Il tessuto delle micro e piccole imprese del turismo e del commercio di Roma pagano il tributo più alto alla pandemia: servono interventi urgenti o le chiusure e i disoccupati saranno ancora migliaia”.

    Tra le richieste esposte nella lettera inviata dalla Confesercenti a Mattarella, una in particolare mette in luce il disagio delle imprese. Si chiede un decreto imprese che preveda, oltre a contributi a fondo perduto adeguati alle perdite subite e a all’estensione dell’intervento del Fondo di garanzia a favore delle PMI, “la proroga delle moratorie per prevenire infiltrazioni della criminalità organizzata nelle imprese in difficoltà”.

    Come purtroppo ormai noto, la crisi economica causata dalla pandemia rappresenta un terreno fertile per le mafie. I clan sfruttano l’emergenza economica per infiltrarsi nell’economia legale attraverso attività di riciclaggio, evasione e corruzione. La sopravvivenza del tessuto economico-sociale del Paese passa anche attraverso questa difficile sfida.

    “Più ascolto, più aiuti per le aziende, liquidità, una programmazione certa e tornare a lavorare in sicurezza, rispettando i protocolli sanitari, rappresentano senza dubbio le richieste primarie e l’unico modo per portare le imprese fuori dalla pandemia”, spiega Marco Massaro, segretario Ucec, Unione commercianti Esquilino e Castro Pretorio. “Ma abbiamo anche bisogno – prosegue – di interventi del governo in grado di ripensare il sistema fiscale italiano. Prima o poi torneremo a una vita normale, ma vogliamo farlo in un Paese con regole migliori e condivise”.

    Mario Bonito