ROMA, PROSTITUTA VITTIMA DI UN BRANCO SI GETTA DAL SECONDO PIANO

Tutto è iniziato il 24 maggio scorso  quando una prostituta romena di 19 anni è stata avvicinata in viale Marconi da un cliente, con il quale ha concordato  una prestazione sessuale da consumarsi presso l’abitazione di lui,  per un corrispettivo di 150,00 euro. I due hanno raggiunto con un taxi la zona della Stazione di Trastevere e, una volta scesi, hanno percorso a piedi un tratto di strada accedendo poi, attraverso un varco della recinzione, all’interno dell’area  Ospedaliera San Camillo-Forlanini.

A questo punto la vittima, insospettita dal fatto si non trovare alcuna abitazione privata, ha chiesto spiegazioni al cliente il quale l’ha rassicurata, invitandola a proseguire in direzione di un padiglione in disuso del complesso ospedaliero. Una volta giunti a destinazione la donna, constatato che il padiglione era buio e abbandonato e che si poteva accedere al suo interno solo attraverso un foro praticato nella parete, si è impaurita rifiutandosi di entrare. A quel punto l’uomo ha iniziato a colpirla violentemente a calci e pugni  per vincere la sua resistenza, tanto da riuscire, afferrandola per i capelli, a trascinarla con la forza sino al secondo piano dello stabile. A questo punto l’aggressore ha chiamato altri tre uomini i quali, dopo essersi denudati,  si sono avvicinati alla giovane iniziando a palpeggiarla. Malgrado la sua strenua resistenza, la donna è stata ripetutamente percossa con schiaffi e pugni dai quattro e da due donne che nel frattempo si sono aggiunte a loro,  che l’hanno afferrata per i capelli intimandole di non urlare per facilitare l’azione degli uomini, intenzionati evidentemente a consumare con la violenza un rapporto sessuale. Nella circostanza la donna è stata anche  rapinata sia dei 150,00 euro ricevuti poco prima dal cliente che di un’altra banconota da 50,00 euro di cui era in possesso. Nella concitata fase dell’aggressione la giovane, in preda al terrore, per porre fine alle sevizie e  alla violenza sessuale di gruppo si è lanciata da una finestra del secondo piano dello stabile, atterrando su materiale di risulta e riportando varie fratture. Nonostante le gravi lesioni riportate è riuscita a comporre il 113 con il proprio telefonino chiedendo aiuto, senza tuttavia saper indicare la propria posizione. Mentre gli agenti del Commissariato Monteverde giungevano  sul posto, inviati dalla Sala Operativa della Questura che nel frattempo, tramite cella telefonica, era riuscita a localizzare la posizione della donna, i quattro uomini  hanno raggiunto la vittima agonizzante e l’hanno trascinata per circa 150 metri sul selciato per poi nasconderla  dietro la vegetazione ed abbandonarla, dopo averle sottratto anche il telefono cellulare. Poco dopo la vittima è stata comunque individuata dalla pattuglia del Commissariato e soccorsa presso lo stesso ospedale, dove è stata ricoverata in terapia intensiva.  Solo due giorni dopo la giovane è riuscita a fornire un prima descrizione fisica degli aggressori. Ciò ha consentito agli investigatori del Commissariato di esaminare centinaia di foto segnaletiche di soggetti di nazionalità  straniera, sorpresi in passato all’interno dei padiglioni abbandonati dell’Ospedale San Camillo o che gravitano  abitualmente  in prossimità  del nosocomio. La ricerca ha permesso di predisporre un album fotografico dei possibili autori del reato che è stato sottoposto in visione alla vittima, che ha riconosciuto senza incertezze i sei aggressori. A questo punto sono scattati i servizi di appostamento finalizzati al loro rintraccio, effettuati nelle zone  da loro frequentate abitualmente ed estese presso tutti i rifugi di fortuna e gli insediamenti presenti in una vasta area, ricerche che nella mattinata di ieri hanno consentito di bloccare M.C., di 34 anni, M.O., di 26 e O. Z., anch’egli 26enne, tutti romeni e in Italia senza fissa dimora, fra cui figura l’adescatore. I tre sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto per rispondere di sequestro di persona, rapina aggravata,  lesioni, omissione di soccorso e violenza sessuale  e al termine condotti  in carcere. Gli altri tre complici, identificati, sono stati denunciati in stato di irreperibilità  e sono attivamente ricercati.