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Russia, Navalny condannato a 3 anni e mezzo di carcere. Proteste in piazza

È accusato di aver violato la libertà vigilata. L'oppositore di Putin: "Non arrendetevi"

Ieri, martedì 2 febbraio, Alexej Navalny, nemico numero uno di Vladimir Putin, è stato condannato a tre anni e mezzo di carcere. Lo ha deciso un giudice del tribunale di Mosca, che ha accolto la richiesta del Servizio penitenziario federale di revocare all’oppositore del Cremlino la libertà condizionale che gli era stata concessa per una vecchia condanna. Navalny dovrà scontare due anni e otto mesi in carcere perché ha già trascorso quasi un anno ai domiciliari.

La vicenda

Il 28 dicembre Navalny ha ricevuto un avviso di presentazione dalla polizia russa per un controllo, pena la carcerazione. In quei giorni il dissidente si trovava in Germania, dove era ricoverato in seguito ad avvelenamento dall’agente nervino Novochok. Secondo varie inchieste giornalistiche, un tentato omicidio per mano proprio dei servizi russi. Data la convalescenza, Navalny è rimasto in Germania, senza presentarsi dal giudice di sorveglianza. Il 17 gennaio, non appena ritoccato il suolo russo, è stato arrestato all’aeroporto di Mosca. All’udienza di ieri si dibatteva proprio su questo, ovvero se Navalny fosse incapace di tornare in Russia. Una questione politica, come politico è stato il discorso di Navalny in aula: “C’erano Alessandro il liberatore e Yaroslav il Saggio. Ora avremo Vladimir l’avvelenatore”.

Proteste a Mosca e a San Pietroburgo

Dopo l’annuncio della sentenza, molti cittadini sono scesi in piazza, invitati da Navalny a “non arrendersi”, per protestare contro la condanna. Tanti gli arresti e i fermi da parte delle forze dell’ordine, circa 1.386 riporta l’Ansa. Dura la reazione da parte degli Stati Uniti e dell’Unione europea nei confronti del Cremlino. “Ci coordineremo con gli alleati per una per una risposta”. Critiche che Mosca ha liquidato come “inutili interferenze esterne”.

Mario Bonito