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Salute – “Gli infermieri sempre più a rischio povertà, rivela l’Istat: stipendio al di sotto della media di retribuzione nazionale”, denuncia il Nursing Up

Gli infermieri italiani sempre più a rischio povertà. E’ il grido d’allarme lanciato da Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up il quale, aggiunge che ”Se non siamo da considerare i nuovi poveri, ci manca davvero poco per diventarlo”.

Infermieri sempre più a rischio povertà, il Nursing Up: “Ci sentiamo delusi e amareggiati per una collettività che ci prende a pugni e a calci quasi ogni giorno”

Come tiene a rimarcare il sindacalista degli operatori sanitari, parliamo di un categoria di professionisti ormai “Stanchi e logorati dai turni massacranti e dalla disorganizzazione, delusi e amareggiati per una collettività che ci prende a pugni e a calci quasi ogni giorno, illusi dalle promesse vane di una politica che sulla valorizzazione economica e contrattuale continua a fare propaganda. Ma, aggiunge De Palma, parliamo soprattutto di “Infermieri infelici perché alle prese con l’incertezza per il proprio futuro e per quello delle proprie famiglie.

Infermieri sempre più a rischio povertà, il Nursing Up: “La fotografia dell’Istat come sempre non mente i dati sono schiaccianti: 13 mln in difficoltà nel 2023, 2,8 delle quali in condizioni di grave deprivazione”

E’ vero che, specie in questi tempi di diffuse difficoltà economiche, definirli i ‘nuovi poveri’ potrebbe sembrare una forzatura, una esagerazione tuttavia,  numeri alla mano, però, non è affatto così. Infatti, i professionisti sanitari italiani dell’area non medica, con il proprio reddito medio di 24.168 euro annui, si attestano nettamente al di sotto della media del reddito nazionale (36mila euro). Come ribadisce anche il Nursing Up infatti, “A ben guardare i numeri delle nostre retribuzioni, siamo molto più lontani dalla media nazionale e molto più vicini alla soglia della povertà (1150 euro), con un infermiere che senza premialità porta a casa 1400 euro netti e che con una retribuzione del genere, in una grande città del Nord, un infermiere è di fatto da considerare un povero a tutti gli effetti. La fotografia dell’Istat come sempre non mente – spiega il sindacalista –  i dati sono schiaccianti. Sono tredici milioni le persone in difficoltà nel 2023, 2,8 milioni in condizioni di grave deprivazione. L’aumento dell’occupazione e l’introduzione dell’assegno unico hanno avuto un piccolo effetto positivo ma non hanno certo rivoluzionato un quadro decisamente assai grigio.

Infermieri sempre più a rischio povertà, il Nursing Up: “Da circa 8 anni lo stipendio degli infermieri italiani è fermo al palo. E le cifre di questo nuovo contratto della sanità, appena agli inizi, sono davvero irrisorie”

Altro dato che per atro coincide con quasi tutti gli altri settori produttivi e professionali del Paese, è che “Da circa 8 anni lo stipendio degli infermieri italiani è fermo al palo. E le cifre di questo nuovo contratto della sanità, le cui trattative sono appena iniziate, sono davvero irrisorie. Ed è per questo che noi del Nursing Up abbiamo chiesto al Governo un provvedimento straordinario di 432 milioni di euro, con alla base l’aumento dell’indennità di specificità infermieristica2. Nello specifico, ”Lo stipendio medio per gli infermieri italiani è di 1700 euro mensili. Un salario “che ahimè non tocca certo a tutti gli operatori sanitari, dal momento che è comprensivo di premi e di straordinari, ciò equivale a dire che ci sono quegli infermieri che percepiscono cifre ben inferiori”.

Infermieri sempre più a rischio povertà, il Nursing Up: “L’arrivo del ‘ciclone inflazione’ e l’aumento del costo della vita non hanno certo fatto il paio con la revisione degli stipendi dei professionisti dell’assistenza”

Insomma, come dicevamo, l’attualità parla chiaro, e nel caso specifico, prosegue De Palma, anche qui vanno considerati diversi fattori come “I rincari vertiginosi delle utenze domestiche, e adesso anche l’aumento dei beni di prima necessità, a partire dal carrello della spesa, proiettano gli infermieri italiani, con il loro magro stipendio, in una situazione di estremo disagio. E’ un dato di fatto, la politica nazionale e regionale ci ha letteralmente voltato le spalle. Siamo agli ultimi posti in Europa per retribuzione media”. Oltretutto, ”L’arrivo del ‘ciclone inflazione’ e l’aumento del costo della vita non hanno certo fatto il paio con la revisione degli stipendi dei professionisti dell’assistenza. E se al Sud chi ha la fortuna di avere ‘casa di famiglia’, o paga un affitto ragionevole, riesce a reggersi o galla, al Nord – conclude De Palma –  con il caro abitazioni, scatta una vera e propria battaglia per la sopravvivenza”.

Max