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Sanità Lazio – La Lega: “Emergenza aggressioni medici, dov’è stato D’Amato per 5 anni?”

È arrivata l’ennesima aggressione a un medico, stavolta all’Ospedale Sant’Andrea, da parte dei parenti di una malata.

Non si placa questo increscioso fenomeno, il personale sanitario è costantemente nel mirino, ma da parte della Regione Lazio, tranne i deboli proclami di facciata, come avvenuto puntualmente anche oggi, in cinque anni non c’è stata capacità di programmazione e pianificazione di interventi ad hoc, non si è riuscito in alcun modo a lavorare, di concerto con la prefettura e con le altre istituzioni e autorità, per porre fine a questa criticità una volta per tutte“.

Lo scrive in una nota il consigliere regionale del Lazio della Lega, Daniele Giannini, che lunedì 16 gennaio sarà al convegno “Stop alla violenza a danno degli operatori della Salute” organizzato da Amad, Uif e Confintesa Sanità proprio al Sant’Andrea.

“L’Assessore D’Amato – prosegue – che per cinque lunghi anni è stato titolare della Sanità nel Lazio, Regione che il suo partito governa da un decennio con Zingaretti, non può ridursi a legislatura finita a rincorrere il prefetto di Roma per chiedere di rimettere le forze dell’ordine nei pronto soccorso.

I medici, gli infermieri, gli oss e il personale amministrativo degli ospedali laziali meritano e necessitano rispetto e tutela, non possono più operare ogni giorno in trincea come sta accadendo. Il sottoscritto – spiega ancora il consigliere – ha presentato oltre mezz’anno fa una proposta di legge, mirata, articolata e con ipotesi di coperture finanziarie certe, proprio a salvaguardia della categoria, si riparta da qui e si faccia presto.

D’Amato si propone come candidato presidente del Lazio con una sanità, prima voce di competenza regionale, dove non c’è sicurezza, dove non ci sono tempistiche adeguate per la cura dei pazienti, dove il Pubblico soccombe in favore del privato, dove il fallimento delle politiche di questa sinistra – conclude Giannini – è all’ordine del giorno e sotto gli occhi di tutti“.

Max