SANITÀ – LE PREVISIONI CHOC DI SPESA DEL NOSTRO SSN PER I FARMACI: 30 MILIARDI DI EURO NEL 2019


Che lo faccia con costi per la sanità a dir poco a volte esagerati, però l’industria farmaceutica sta indubbiamente facendo passi giganteschi nell’ambito della ricerca e nella realizzazioni di nuovi importanti ritrovati. Con una spesa ipotizzabile di crica 30 miliardi di qui ai prossimi 4 anni, tanto per cambiare, il problema è dato dal sistema sanitario nostrano che, sempre con maggior fatica, soffre l’impegno economico che comporta l’ingresso sul mercato di nuovi farmaci. Se ne parla, non senza preoccupazione, nel nuovo rapporto presentato a Roma dall’Istituto per la Competitività, I-Com. “Nello studio – spiega il presidente dell’istituto, Stefano da Empoli – abbiamo rilevato come la spesa sanitaria pubblica si collochi ancora sotto la media europea, nonostante tra il 1990 e il 2014 sia aumentata del 166,8% in termini nominali e del 41,6% in termini reali, con un out-of-pocket, cioè la spesa direttamente a carico dei cittadini, che già oggi è uno dei più elevati nella Ue. Di fronte all’ondata di farmaci innovativi a cui assisteremo nei prossimi anni, la scelta per i protagonisti della filiera della salute è duplice e senza appello: mettere a punto un sistema di governance condiviso, accettando la sfida dell’innovazione, oppure soccombervi rinunciando alla sostenibilità del Ssn o al suo carattere universalistico”. A tal proposito I-Com ha ipotizzati tre differenti scenari, nei quali si ipotizzanoi eventuali soluzioni da intraprendere in merito. Studi elaborati dai dati relativi spesa farmaceutica 2011/2014, e pensata sulle previsioni di spesa contenute nel Def 2015. Dunque si inizia, stando le condizioni attuali, si potrebbe prevedere un tasso di crescita della spesa farmaceutica totale, passare dal +0,3% del 2015, al +2% del 2019, a 28,8 miliardi di euro. Secondo questa proiezione, nel 2050 si arriverebbe a un valore di 60 miliardi. Poi. Attribuendo al Paese, mediamente, un tasso di crescita annuo di circa il 2% della spesa, avremmo una cifra di 29,4 miliardi di euro nel 2019. Infine, qualoira il tasso medio annuo fosse invece pari al 2.2%, la spesa toccherebbe i 29,7 miliardi nel 2019. Come abbiamo visto, un solo punto di percentuale determina enormente le previsioni di spesa per l’italia. “L’innovazione – tiene a sottolineare il direttore Area Innovazione di I-Com – è una leva potente per la riduzione dei costi della sanità nel lungo periodo, ma ogni nuova scoperta rappresenta un costo in più nell’immediato. Un costo che, in termini di aggregato, sembra non essere sostenibile per le finanze del Ssn. E’ su questo banco di prova che le istituzioni dovranno cimentarsi, nell’individuare un possibile equilibrio tra le ragioni dell’innovazione e del diritto alle cure e quelle dei vincoli di bilancio. Considerando, ad esempio, nuovi modelli di programmazione pluriennale, evoluzioni del sistema di pricing&reimboursement con formule di rimborso legate all’evidenza di efficacia dei trattamenti innovativi e semplificazioni di misure non sempre coerenti tra loro”. Solo così, ha aggiunto ancora il direttore, “si potrebbe far fronte allo shock del fabbisogno di spesa sanitaria che nei prossimi 10 anni sarà prodotto proprio dall’introduzione di nuove possibilità di cura. Su questo terreno si baserà la capacità per le istituzioni di recuperare fiducia e credibilità agli occhi dei cittadini”.  I-Com ricorda che nel 2014 la spesa sanitaria a carico di famiglie e cittadini, è arrivata a 33 miliardi di euro, con la logica conseguenza (per chi ha potuto farlo), che sempre più italiani hanno preferito rivolgersi al privato per le prestazioni mediche. La spesa farmaceutica territoriale pubblica è passata da 8.171 milioni del 1990 a 14.237 milioni nel 2014. Tanto per rendere idea di cosa stiamo parlando, entrando nello specifico ad esempio, basti pensare che nel periodo 2000-2014, la spesa per i farmaci cardiovascolari a carico del Ssn è stata di circa 4 miliardi; i farmaci antineoplastici e immunomodulatori solo nel 2014 hanno raggiunto quota 3.647 milioni a carico delle strutture sanitarie pubbliche; dal 2000 ad oggi, i farmaci per il sistema nervoso centrale hanno registrato il maggiore incremento di spesa (+155%): in termini assoluti è variata dai 547 milioni del 2000 ai 1.396 milioni del 2014.

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