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Sanremo 2020, Rancore: storia del rapper del Tufello

“So’ nato al Tufello, è lì che vivo, conosco ogni curva, ogni strada, ogni bivio. Se vuoi te lo descrivo, per me non è un bel posto, ma questo è il suo costo e non voglio esserne privo”. Parole e musica di Rancore, oggi uomo e artista completo, uno dei rapper emergenti pronto a scalare la vetta. Quando ha scritto la strofa in apertura non era ancora maggiorenne, ma aveva già le idee chiare.

Tarek Iurcich, in arte Rancore, è figlio di mamma egiziana e papà croato. È nato a Roma, per la precisione al Tufello, quartiere periferico a cui ha dedicato una delle prime canzoni della sua discografia diventata col tempo sempre più vasta. In quel video Rancore aveva i capelli rasati e il viso da ragazzino. Era giovanissimo ma già riusciva a far cantare i suoi coetanei, segno che la sua forza espressiva era pronta ad esplodere.

Rancore, età e carriera

Ora Rancore è un uomo, ha 30 anni e una maturità artistica che lo ha portato per la seconda volta sul palco di Sanremo dopo l’esordio della passata stagione in cui ha affiancato Daniele Silvestri nel brano Argentovivo, capace di vincere diversi premi. Sono passati anni da quando raccontava del suo Tufello, nel frattempo sono cambiate le tematiche dei suoi testi e il volto, segnato dall’esperienza.

Una cosa è rimasta uguale: la sua voglia di trasmette, quelle è rimasta sempre lì, ad accompagnarlo nel suo percorso di crescita. Eppure c’è stato un momento in cui Rancore aveva pensato addirittura di lasciare la musica, forse deluso dal quel successo che tardava ad arrivare, nonostante l’indubbio talento.

Ad aiutarlo ad emergere è stato proprio Daniele Silvestri, romano come lui, con cui a Sanremo ha portato una canzone in grado di far conoscere il suo nome. In questa edizione Rancore presenta il brano ‘Eden’, questa volta lo farà da solo. Partito dal Tufello, arrivato a Sanremo. Sempre e solo con la forza delle sue rime.