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Sardine: la Chiesa ‘benedice’ la pacifica protesta di piazza

Inevitabilmente, causa l’aspra ‘diaspora’ che da oltre 50 anni contrappone le maggiori forze politiche del Paese, ogni iniziativa o posizione che nasce con la manifesta intenzione di smarcarsi da precise posizioni politiche, che piaccia o meno secondo l’opinione pubblica è automaticamente a sua volta ‘schierata’.
Onestamente, non pensiamo che le cose stiano esattamente così anche perché, a dispetto di come piacerebbe ai nostri istitutori, ‘culturalmente’ in Italia non è mai esistito, e mai esisterà, il bipartistismo, anzi. Dunque se qualcuno afferma che mai voterà a sinistra non significa che sia necessariamente di destra, e viceversa.
Questo per spiegare che, sebbene abbia ‘pescato’ molto dall’elettorato di sinistra (d’altronde è ‘un’onda’ che nasce in Emilia), il movimento delle Sardine ha invece un suo preciso indirizzo ‘apolitico’, nel senso che agisce, come dovrebbe fare oggi la politica moderna: pensata oltre i colori, in funzione delle esigenze prioritarie della società. O, almeno, ci piace pensare che sia così.

Un movimento che piace anche ai ‘porporati’

Tale è l’eco e la grande simpatia che ‘il partito delle piazze’ (si scherza) sta riscuotendo, che persino gli ambiti ecclesiastici ne hanno tessuto le lodi. Una forte e precisa presa di posizione, che rappresenta un valore aggiunto – e non da poco – in fatto di credibilità, che alla lunga potrebbe ‘pesare’ proprio a danno degli schieramenti tradizionali i quali, dalla Chiesa – quella ‘politica’ – hanno sempre attinto a piene mani.
Del resto, se due personalità di livello come Pietro Parolin (Segretario di Stato vaticano), e Mons. Galatino (ex segreatrio della Cei), hanno in qualche modo ‘ufficialmente benedetto’ le sardine, invitando tutti a mettere a frutto per il bene del Paese la spinta positiva che ne emerge, evidentemente all’orizzonte si muove qualcosa di grosso.
Interessante poi l’analisi espressa da padre Bartolomeo Sorge, ex direttore di ‘Civiltà Cattolica’, il quale cogliendo alcune ‘analogie’ ha evidenziato che “Il pesce delle piazze di oggi (le ‘sardine’) è – come il pesce dei primi cristiani – anelito di libertà da ogni ‘imperatore’ palese o occulto”.

Il rettore: “Sono con loro contro i capi-bastone”

A ruota, non che contino meno dei loro ‘superiori’, negli ultimi giorni anche la maggior parte dei cosiddetti ‘preti di strada’ hanno sposato la causa delle ‘Sardine’, riconoscendo nel loro modo di manifestare la protesta (cantando) addirittura alcuni dettami dell’antica cristianità, non ancora contaminata dalle perfide logiche temporali.
E’ il caso ad esempio del rettore della Basilica romana di Sant’Eustachio, don Pietro Sigurani, che ha già ‘benedetto’ l’appuntamento di sabato prossimo affermando che “Avrei tanto voluto esserci di persona. Sabato ho l’inaugurazione del presepe della nostra Basilica ed essendone il rettore non posso esimermi, ma idealmente sarò con le Sardine al 100%. Comincino a tirare fuori qualche ideale, in piazza portino slogan non politici ma messaggi che inneggiano al rispetto dell’altro, della persona umana prima di tutto – commenta ancora il rettore – E’ fondamentale che promuovano i valori. Tirino fuori i cartelli sulla necessità di rimettere l’altro al centro. Questa non è ideologia, non sono slogan politici, servono slogan di vita, di valori: no alla paura dell’altro, l’altro è la nostra ricchezza. Io ho fatto un po’ di propaganda per loro, speriamo faccia breccia”. A tal proposito don Sigurani chiede addirittura alle Sardine di ‘ispirarsi’ a quanto ha esposto fuori la sua chiesa: “Ho messo due cartelli. Uno dice ‘Signore, salvaci dai capi bastone’. I capi bastone scendano dal palcoscenico, chiudano il sipario e si mettano a pensare agli altri più che a se stessi. Nell’altro, ho scritto ‘Signore, aiutaci a guardare l’unico capo bastone che si è lasciato inchiodare sulla croce’. I politici passano ogni giorno dalla chiesa, guardano con sorpresa, a volte li fotografano. Io spero servano a interpellare le coscienze, sarebbe ora”. Infine il rettore di Sant’Eustachio si fa serio: “Parliamoci chiaro… la situazione è grave, diventata inevitabile pure la marcia dei sindaci del Paese con la Segre, ma credo che il vento stia cambiando. Il movimento delle Sardine può essere l’occasione giusta per un cambio di passo, è importante che smuovano la gente“.

Il missionario: protesta giovane e non violenta

Da sempre in prima linea quando c’è da battagliare sui diritti dei più deboli, il prete missionario e pacifista Alex Zanotelli (nella foto), non ha voluto mancare l’appuntamento con la piazza di Napoli: “Ci tenevo ad esserci, è importantissimo. La cosa importante – spiega il missionario – è che si tratta di un movimento che è partito dai giovani. E’ una cosa fondamentale che abbiano capito l’importanza di scendere in piazza, uscendo così dal letargo, dal mondo virtuale di Facebook o degli altri social dove ci si parla addosso. Non si vedeva da tanto tempo in Italia una mobilitazione così imponente da parte dei giovani. Per diventare efficaci – osserva padre Zanotelli – dovranno diventare più coraggiosi”, afferma suggerendo loro anche uno dei strumenti di lotta non violenta, come ad esempio Ia “disobbedienza civile ma beninteso: importante riescano sempre a mantenersi non-violenti. Pensino anche ad alcuni obiettivi, alleanze con ‘Fridays For Future’? L’importante è che si muovano nell’ottica di mettere insieme le persone. E’ interessante in un momento in cui, a livello mondiale, tanta gente sta scendendo in piazza perché non ce la fa più“.
Max