Home POLITICA POLITICA ITALIANA Sardine, l’appello su Facebook: “Tutti in piazza per la democrazia”

Sardine, l’appello su Facebook: “Tutti in piazza per la democrazia”

Se non avessimo già sperimentato ‘ciclicamente’ (accade dai Settanta) a nostre spese gli iniziali ‘buoni propositi’ del Movimento 5 Stelle, sorto diversi anni fa con gli stessi principi e scopi, ci sarebbe da esclamare “finalmente”. Visti però gli esiti, l’amaro disincanto di una rivolta – rivelatasi fallace – oggi ‘confluita’ addirittura in un esecutivo che amministra ‘ai mezzi’ col Pd, onestamente, pur guardando sempre con rinnovata curiosità a tutto ciò che di ‘nuovo’ nasce, la sensazione è quella di sederci davanti a un remake.
Ad ogni modo, come la democrazia insegna, se qualcosa accade, prende forma, ha una sua ragione d’essere ed è quindi giusto ascoltarne le motivazioni.

Week-end nelle piazze delle 21 città italiane

Oggi infatti nella pagina ufficiale Fb dell’onda di protesta identificata ne le ‘Sardine’, è apparso un lungo post dove si legge che “a partire da oggi e per tutto il week-end scenderanno in piazza 21 città. Con una sardina in mano e il sorriso sulle labbra. Da Taranto a Firenze, dall’Isola della Maddalena alle roccaforti leghiste del nord, da Napoli a Ferrara. Sono piazze spontanee, una bocca che aspettava di essere interpellata per poter gridare. Quest’epoca di divisioni, di aggressività gratuite, di insulti alla persona e al pensiero complesso è durata fin troppo a lungo. Non abbiamo studiato, lavorato, contribuito a rendere le nostre comunità migliori per farci prendere in giro da chi preferisce gli interessi elettorali alla sensibilità delle persone“.
In altre parole, spiega il post, “E’ un momento storico per il futuro delle nostre comunità e della nostra democrazia. Qualcosa che non era mai accaduto in questa generazione. Ed è ora che tutti facciano una scelta. Perché il tempo di stare a guardare è finito“.

Appello agli emarginati e ai più deboli

Quindi segue un appello ‘furbo’, che invita a prendere posto nelle piazze “tutti coloro che hanno subito violenze fisiche e verbali“, un appello direttamente rivolto “agli emarginati e per tutte quelle categorie sociali che sono state strumentalizzate per una manciata di voti in più. Per chi si è visto sminuire semplicemente perché ha espresso un’idea di società diversa. Per noi che abbiamo il dovere di metterci il corpo, le mani e il cervello – prosegue quindi il testo – Da oggi se lo vorremo non saremo più soli, non avremo più paura, torneremo ad essere protagonisti. E a chi vi dice che durerà solo un giorno ditegli che anche a Bologna ci avevano detto lo stesso. Fidatevi di voi stessi. Tornate ad esserci. La piazza vi aspetta, e vi spetta“.
Che dire? Nulla di nuovo e nell’essenza tutto condivisibile – o meno – resta però il solito grande enigma: e poi?
Max