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Sciopero benzinai autostradali dal 12 al 14 maggio: subito un calo del 92% pur lavorando

A restituirci senza ombra di dubbio l’avvenuto ritorno alla ‘normalità’, l’annunciato sciopero di 48 ore, delle Aree di Servizio della viabilità autostradale, che i dirigenti di varie sigle sindacali (Fegica Cisl e Figisc-Anisa Confcommercio), hanno fissato con inizio dalle ore 22 del 12, fino alla stessa ora del 14 maggio.

Le sigle: “Piccole imprese esposte a rischi sanitari”

Come spiegano i sindacalisti annunciando questo stop, ’’Nonostante i fattori di crisi siano evidentemente generalizzati, il Governo ha adesso il dovere tassativo di prendere atto – agendo di conseguenza – che i Gestori carburanti sono la categoria di piccole imprese più colpita dalle conseguenze dell’emergenza Covid-19. Anche considerando l’alto rischio sanitario che implica di per sé l’attività di distribuzione carburanti”.

I sindacalisti: “ Sempre aperti con il -92% degli introiti”

Del resto, prosegue il comunicato firmato da Fegica-Cisl e Figisc-Anisa Confcommercio, ’’Con una attività che per il suo carattere essenziale non ha potuto chiudere ed a cui non è stato neanche consentito di ridurre orari ed applicare turnazioni per contenere i costi e utilizzare almeno la cassa integrazione, le imprese di gestione, in particolare in autostrada, hanno continuato a garantire il servizio 7 giorni su 7, 24 ore al giorno, malgrado oltre 2 mesi di vendite letteralmente crollate in media del 92%”.

Le sigle: “Finita la liquidità ed il governo è fermo”

Dunque, proseguono i sindacati, ’’In tali condizioni ed a costi inalterati – rimarcano – la liquidità è ormai da tempo prosciugata anche a causa di un sistema bancario rigidamente attestato sulle disposizioni degli innumerevoli ‘Accordi Basilea’, più che impegnato a dare attuazione i Decreti della Presidenza del Consiglio. Senza contare che il tavolo di crisi avviato dal Ministro Patuanelli è fermo ormai da un mese per il semplice fatto che – si dica apertamente o meno – che il Governo non ha forza ed autorità sufficienti per imporsi su società concessionarie autostradali che sono divise su tutto, tranne che sulla convinzione (incontrastata) di poter agire da ‘padroni’ anziché, appunto, da concessionarie di un bene pubblico”.

I sindacati: “Un tavolo di crisi ed interventi mirati”

Infine, conclude la nota, ’’Al Governo ed in particolare ai Ministri del Mit e del Mise, competenti per materia, la categoria chiede, quindi, non solo di poter essere messa finalmente nelle condizioni di beneficiare delle misure generali assunte in precedenza ed ora annunciate -cassa integrazione in deroga, finanziamenti a fondo perduto, bonus affitti e bollette, ecc.- ma anche di predisporre interventi mirati, riconvocando il tavolo di crisi e rispettando gli impegni già assunti, capaci di affrontare le condizioni peculiari a cui sono state e sono tuttora sottoposte le imprese di gestione’’.

Max