SCONTRI AST, PROSEGUONO LE POLEMICHE di Ambra Degli Eredi

    Roma- Fortissima tensione tramutata in scontri durante il corteo Acciai Speciali di Terni (Ast) che termina

     

    con 4 operai e 4 poliziotti feriti. La manifestazione, iniziata davanti all’ambasciata tedesca per chiedere

     

    al governo di Berlino di intervenire nella decisione della Thyssenkrupp, proprietaria al 100% delle

     

    acciaierie, di effettuare numerosi tagli al personale e di abbassare notevolmente gli stipendi con l’obiettivo

     

    di risparmiare 100 milioni di euro. Nonostante i 200 operai siano stati ricevuti da un rappresentante

     

    dell’ambasciatore, alla fine gli animi si sono scaldati e sono iniziati i primi scontri tra polizia e manifestanti, i

     

    quali volevano tentare di spostarsi verso il Ministero dello Sviluppo e dell’Economia (Mise), secondo quanto

     

    detto da alcuni testimoni. Una volta ristabilita la quiete, gli operai sono stati scortati fino al ministero

     

    ma durante il tragitto non sono mancati di nuovo momenti di grande ostilità tradotti in lanci di palline di

     

    gomma contro gli agenti. D i fronte a tutto ciò, la reazione di quest’ultimi è stata una forte e violenta repressione ovviamente

     

    criticata e condannata dai sindacati stessi. Infatti, il leader della Fiom Maurizio Landini, ha denunciato

     

    di essere stato colpito perfino lui dai manganelli. D’altra parte la Questura nega di aver esercitato una

     

    carica così violenta e parla di “azione di contenimento”, spiegando inoltre che i manifestanti volevano

     

    creare un corteo non autorizzato verso la stazione Termini occupandola. Sulla base di questo, il ministro

     

    dell’Interno Angelino Alfano, esprimendo solidarietà ai poliziotti e ai lavoratori feriti, afferma che “l’idea

     

    di manganellare gli operai è lontana anni luce dal governo” e allo stesso tempo dunque non smentisce ciò

     

    che ha affermato la questura di Roma. Questa mattina a palazzo Chigi, il premier Matteo Renzi, durante

     

    l’incontro con i leader sindacali, afferma “faremo le verifiche su quel che è accaduto e poi gli atti saranno

     

    conseguenti”. Il segretario della Cgil Susanna Camusso, la quale è andata a far visita agli operai feriti al

     

    policlinico Umberto I, replica “non chiediamo le dimissioni di nessuno” ma aggiunge “Renzi abbassi i

     

    manganelli e chieda scusa”. Anche lo stesso Landini afferma “l’importante è che la pagina negativa vista ieri non si ripeta più”,

     

    ribadendo inoltre le future 8 ore di sciopero generale impartite dal sindacato con due grandi manifestazioni

     

    a Milano e a Napoli il 14 e il 21 novembre. Invece alla Camera, i deputati del Movimento 5 Stelle (M5S) e

     

    i deputati di Sinistra Ecologia Libertà (Sel) chiedono le dimissioni del ministro Alfano, esponendo i cartelli

     

    con la scritta “Alfano dimettiti” e annunciando una mozione di sfiducia individuale. Ad ogni modo, c’è la

     

    consapevolezza sia da parte del governo che da parte dei sindacati, che la questione dell’Ast di Terni è solo

     

    uno dei tanti problemi industriali e lavorativi che affliggono il Paese. I prossimi mesi saranno estremamente

     

    complessi e delicati, dal momento che la tematica del lavoro diviene ogni giorno sempre più esplosiva, seria

     

    e diffusa.