Home POLITICA POLITICA ITALIANA Scudo fiscale: scintille tra Conte e la pentastellata Lezzi

Scudo fiscale: scintille tra Conte e la pentastellata Lezzi

Altro che soluzione: la questione legata all’ex Ilva continua a trascinarsi di giorno in giorno in un crescendo di tensioni che non lasciano presagire nulla di buono. Basta pensare a quanto accaduto stamane a Palazzo Chigi nel corso della riunione presieduta da Conte, con i ministri Patuanelli, Di Maio, D’Incà, ed i parlamentai M5s.
In particolare, a rendere l’atmosfera insostenibile ‘l’impuntatura’ della senatrice leccese pentastellata, Barbara Lezzi la quale, nell’ambito del Dl Imprese, è stata tra i più caldi sostenitori della cancellazione dello scudo penale. Una situazione che, poche settimane dopo è stata puntualmente imbracciata da Arcelor Mittal per ‘prendere le distanze’ dal contratto inerente l’ex Ilva.

Lezzi: “non lo voterò mai, puoi scordartelo”

Dunque, quando il premier Conte ha cercato di spiegare il perché sarebbe opportuno reinserire lo scudo fiscale, ha puntualizzato, “così da togliere ogni alibi ad ArcelorMittal, anche in vista della battaglia legale che ci attende”. Parole che avrebbero fatto sobbalzare la Lezzi sulla sedia, tanto da rispondere duramente “non lo voterò mai, puoi scordartelo”.
Insomma, ciò che lascia perplessi, è questa disparità di veduta di idee che sta in parte contrapponendo gli stessi 5stelle.

Intanto Arcelor ha depositato l’atto

In tutto questo è stato nel frattempo depositato l’atto che Arcelor Mittal ha spedito nei giorni scorsi ai Commissari straordinari, dove si richiede di recedere dal contratto di affitto degli stabilimenti siderurgici tarantini. Così, mentre a Palazzo Chigi la discussione sembra essersi arenata, dopo essere iscritto a ruolo, ora l’atto di citazione finirà al Tribunale di Milano, dalla cui sezione dedicata alle imprese sarà poi assegnata al giudice che fisserà la prima udienza.
Quindi, mentre da una parte Arcelor va dritta per la sua strada chiedendo “di accertare e dichiarare l’efficacia del diritto di recesso e, in subordine, di dichiarare che lo stesso si è risolto per sopravvenuta impossibilità”, la nostra politica sta ancora decidendo se ricorrere o meno allo scudo fiscale. L’alternativa? Far rispettare un contratto firmato, ma basterà?
Max