SCUOLA, BATTUTO GOVERNO SUL PARERE DI COSTITUZIONALITÀ


Parte con uno stop, anche se su un parere di costituzionalità orale e non vincolante, il cammino della “Buona Scuola” al Senato. In I commissione il governo è andato sotto non per le divisioni dem ma per un mix di segnali e astuzia politica che non sembrano però preoccupare affatto il premier Matteo Renzi. I due senatori di Gal Mario e Giovanni Mauro hanno votato entrambi anche se per regolamento solo uno avrebbe diritto di voto. Ma hanno pesato sul 10 a 10 finale le tre assenze di Ncd: Salvatore Torrisi, Andrea Augello e Gaetano Quagliariello, gli ultimi due in pressing su Angelino Alfano per una linea più autonoma rispetto al Pd nel governo. Dopo la direzione di ieri sera, Renzi ha dato indicazione ai suoi emissari, al governo e in Parlamento, di riaprire al confronto per cercare di accogliere gli emendamenti della minoranza che possano migliorare la legge. E distendere il clima a Palazzo Madama dove, come si sa, sia in commissione sia in Aula la maggioranza ha numeri molto stretti. Due settimane per trattare e dialogare che la minoranza saluta con soddisfazione mista a scetticismo, aspettando il governo alla prova dei fatti. Oggi però il Pd si è mostrato compatto in commissione Affari Istituzionali sul parere di costituzionalità. A mandare in affanno il governo, invece, le assenze “sospette” di Ncd e l’uscita di Gal dalla maggioranza. Un’uscita che comporta un riequilibrio delle commissioni ma fino ad oggi, spiegano dal Pd, non è arrivata ancora la comunicazione formale da parte della presidenza del Senato sul riassetto che prevede la presenza di un solo esponente. E così sia Mario Mauro sia Giovanni Mauro si sono presentati in commissione, votando contro il parere e mandando sotto il governo nonostante anche la presidente Anna Finocchiaro, che per prassi non vota, si sia espressa a favore. Il nodo politico, invece, è dentro Ncd ed infatti, a quanto si apprende, domani Angelino Alfano ha convocato una riunione congiunta dei gruppi di Camera e Senato per fare chiarezza. Oltre a Torrisi, ad insospettire il Pd sono state le assenze in commissione di Augello e Quagliariello. Entrambi, a quanto si apprende, hanno addotto un disguido all’assenza ma, spiegano tra i dem, “i due hanno voluto mandare un segnale politico ad Alfano prima ancora che a Renzi”. “Un omicidio senza morto”, è l’espressione che gira nella maggioranza come metafora della poca importanza dell’incidente visto che il parere non è vincolante. “Nessuna battuta d’arresto, confronto vero non significa passo indietro” garantisce il presidente della commissione Istruzione Andrea Marcucci, confermando il via al voto sugli oltre 2mila emendamenti dopo il parere della commissione Bilancio forse già da domani. E anche da ambienti vicini al premier non si dà peso all’incidente in I commissione. “Confrontiamoci ma la riforma la portiamo a casa”, ripete Renzi ai suoi, soddisfatto che il Pd oggi abbia dato prova di unità. Certo sarà un percorso ad ostacoli ma tra i dem si guarda anche al soccorso su alcuni provvedimenti che potrebbe arrivare dal neonato gruppo guidato da Denis Verdini.