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Scuola: chi ha 37,5° resta a casa, si entra e si esce scaglionati, ecco le regole del ‘Protocollo sicurezza’

Una questione ancora aperta: più volte la ministra Azzolina allo scopo di ‘responsabilizzare’ i genitori, ha affermato, lascerà loro l’incombenza di misurare la febbre ai propri figli prima di accompagnarli a scuola. Ma chi non è invece ‘responsabile’ oppure, come purtroppo capita, chi ‘deve’ lavorare e passa sopra ai 37.2 o un po’ di tosse? Poi c’è qualcuno agli ingressi delle scuole che controlla a sua volta?

Questo perché oggi è stato ribadito che, l’alunno che presenta una temperatura di 37,5 o che presenta altre sintomatologie, ‘deve restare a casa’.

Scuola: il Protocollo sicurezza per ‘stare tranquilli’

A determinarlo è il cosiddetto ‘protocollo di sicurezza, secondo il quale, si legge, “il Dirigente scolastico (che esercita le funzioni di datore di lavoro nelle scuole statali, ovvero, per le scuole paritarie, il Datore di lavoro), per prevenire la diffusione del Virus, è tenuto a informare attraverso una un’apposita comunicazione rivolta a tutto il personale, gli studenti e le famiglie degli alunni sulle regole fondamentali di igiene che devono essere adottate in tutti gli ambienti della scuola

Scuola: con 37.5 ed altri sintomi si sta a casa

Dunque, leggendo attentamente, si informa che “L’obbligo di rimanere al proprio domicilio in presenza di temperatura oltre i 37.5° o altri sintomi simil-influenzali e di chiamare il proprio medico di famiglia e l’autorità sanitaria; – il divieto di fare ingresso o di poter permanere nei locali scolastici laddove, anche successivamente all’ingresso, sussistano le condizioni di pericolo (sintomi simil-influenzali, temperatura oltre 37.5°, provenienza da zone a rischio o contatto con persone positive al virus nei 14 giorni precedenti, etc.) stabilite dalle Autorità sanitarie competenti; – l’obbligo di rispettare tutte le disposizioni delle Autorità e del Dirigente scolastico (in particolare, mantenere il distanziamento fisico di un metro, osservare le regole di igiene delle mani e tenere comportamenti corretti sul piano dell’igiene)”.

Scuola: segnaletiche e regole per entrare ed uscire

Ma non basta, ovviamente ‘urge’ evitare i famosi assembramenti, e sappiamo cosa significhi l’ingresso e soprattutto l’uscita di una scuola ma, spiega ancora il protocollo,  “le istituzioni scolastiche con opportuna segnaletica e con una campagna di sensibilizzazione ed informazione comunicano comunità scolastica le regole da rispettare”. Ed ancora, ”nel caso di file per l’entrata e l’uscita dall’edificio scolastico, occorre provvedere alla loro ordinata regolamentazione al fine di garantire l’osservanza delle norme sul distanziamento sociale. Ogni scuola dovrà disciplinare le modalità che regolano tali momenti in modo da integrare il regolamento di istituto, con l’eventuale previsione, ove lo si ritenga opportuno, di ingressi ed uscite ad orari scaglionati, anche utilizzando accessi alternativi“.

Scuola: gli spazi comuni saranno contingentati

Sempre nell’ambito degli assembramenti, laddove non ‘evitabili’, come nel caso degli accessi agli spazi comuni, si legge, questo “deve essere contingentato, con la previsione di una ventilazione adeguata dei locali, per un tempo limitato allo stretto necessario e con il mantenimento della distanza di sicurezza. Pertanto il dirigente scolastico valuta l’opportunità di rimodulare le attività didattiche nelle aule, eventualmente alternando le presenze degli studenti con lezioni da remoto, in modalità didattica digitale integrata”.

Scuola: mantenere la distanza anche tra docenti

Ma ce ne è anche per i docenti: “l’utilizzo delle aule dedicate al personale docente (cd aule professori) è consentito nel rispetto del distanziamento fisico e delle eventuali altre disposizioni dettate dall’autorità sanitaria locale. Anche l’utilizzo dei locali adibiti a mensa scolastica è consentito nel rispetto delle regole del distanziamento fisico, eventualmente prevedendo, ove necessario, anche l’erogazione dei pasti per fasce orarie differenziate”.

Scuola: pasto e merende, funzionerà così…

Altro momento ‘topico’ della giornata scolastica, la mensa (o reflettorio): ”La somministrazione del pasto – spiega nello specifico il Protocollo  – deve prevedere la distribuzione in mono-porzioni, in vaschette separate unitariamente a posate, bicchiere e tovagliolo monouso e possibilmente compostabile. Per quanto riguarda le aree di distribuzione di bevande e snack, il Dirigente scolastico ne indica le modalità di utilizzo, eventualmente anche nel Regolamento di Istituto, al fine di evitare il rischio di assembramento e il mancato rispetto del distanziamento fisico“.

Scuola: sostegno psicologico per aiutare gli alunni

Infine, e ci sembra un’iniziativa intelligente, degna di un paese civile, ”Sulla base di un’apposita convenzione tra Ministero dell’Istruzione e Consiglio Nazionale Ordine Psicologi saranno promosse attività di sostegno psicologico per fare fronte a situazioni di insicurezza, stress, timore di contagio, difficoltà di concentrazione, situazione di isolamento vissuta”.

Scuola: per chi rientra, guarito dal coronavirus

E per chi ‘rientra’ dopo aver contratto, e quindi sconfitto il virus? “L’eventuale ingresso del personale e degli studenti già risultati positivi all’infezione da Covid-19 – spiega ancora il Protocollo – deve essere preceduto da una preventiva comunicazione avente ad oggetto la certificazione medica da cui risulti la “avvenuta negativizzazione del tampone secondo le modalità previste e rilasciata dal dipartimento di prevenzione territoriale di competenza”.

Max