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    Scuola, l’appello di 2mila presidi a Draghi: “In Dad fino a fine gennaio”

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    Mancano le condizioni di sicurezza, il personale scarseggia così come le mascherine ffp2, e il rischio è di trovare classi vuote dopo pochi giorni. Questi i motivi per cui, duemila presidi, hanno spedito una lettera all’indirizzo del premier Draghi per chiedere la Dad (didattica a distanza) fino a fine gennaio.

    La proposta, inizialmente appoggiata da un manipolo di dirigenti scolastica, è stata poi appoggiata da poco meno di un terzo di quelli totali (8mila). I presidi fanno sapere che “una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza (con l’attivazione di quelle a distanza) per due settimane è sicuramente preferibile ad una situazione ingestibile che provocherà con certezza frammentazione, interruzione delle lezioni e scarsa efficacia formativa”.

    I firmatari dell’appello scrivono: “Da due anni lavoriamo incessantemente per garantire un servizio scolastico gravemente provato dalla pandemia. Lo facciamo, insieme ai nostri collaboratori, alle segreterie, ai docenti, al personale Ata, spesso sopperendo alla mancanza delle più basilari condizioni strutturali e organizzative. Ora abbiamo personale sospeso perché non in regola con la vaccinazione obbligatoria e, ogni giorno di più, personale positivo al Covid, che non potrà prestare servizio e nemmeno potrà avere, nell’immediato, un sostituto. Si parla di numeri altissimi, mai visti prima”.

    Se non è possibile garantire la sicurezza meglio non riaprire, dicono i presidi: “In un momento nel quale è necessaria almeno la minima sorveglianza delle classi (per non parlare della didattica, che risulterà in molti casi interrotta), non sapremo, privi di personale, come accogliere e vigilare su bambini e ragazzi. Altrettanta preoccupazione grava sulle probabili assenze del personale Ata. Ci troveremo nell’impossibilità di aprire i piccoli plessi e garantire la sicurezza”.