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Scuola, oratori e palestre, Save The Children: luoghi a rischio

Troppo spesso le cronache ci consegnano casi di abuso e maltrattamento ai danni dei minori, anche molto piccoli, consumati nei luoghi che dovrebbero essere per loro sempre i più sicuri. Come la scuola, l’asilo nido, l’associazione o il centro sportivo. Ancora più doloroso il fatto che questi abusi siano compiuti dalle figure adulte di riferimento, educatori, insegnanti, allenatori sportivi, violando un patto di fiducia essenziale per la crescita, con conseguenze che possono essere molto gravi e durature nel tempo. Non possiamo occuparcene solo quando questi casi esplodono in tutta la loro gravità. L’adozione di un sistema di tutela – regole di comportamento, chiare procedure di segnalazione, individuazione delle figure responsabili – per prevenire abusi e maltrattamenti ai danni di minori dovrebbe essere un requisito essenziale per tutti i servizi, educativi e ricreativi rivolti ai minori”.
Questo il sunto di un’attenta ricerca, intitolata ‘Minori e percezione dei rischi’ (realizzata da Ipsos per Save the Children), presentata stamane dalla Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, Raffaela Milano. Un’indagine che certo lascia l’amaro in bocca in quanto, senza appello, indica nel Paese luoghi come la scuola, gli oratori, le parrocchie, e le strutture sportive, a rischio ‘per circa 1 adulto su 4, ed 1 ragazzo su 5’. Qui, spiega la ricerca, vi sono maggiori probabilità che bimbi e minori possano subire maltrattamenti o abusi da parte degli adulti. Intendiamoci: in linea di massima, ed in quanto luoghi di maggior aggregazione per bambini e giovani.

Manca una politica di prevenzione e gestione

C’è inoltre da considerare anche la minaccia rappresentata da Internet, dove sono moltissimi ormai i minori che passano molte ore ‘navigando’. Qui il rapporto di rischio secondo ‘Save the Children’, è di 8 adulti e 7 ragazzi su 10.
Chiaramente al vertice della piramide dei rischi maggiori, l’imposizione di rapporti fisici (per il 50% sia degli adulti che dei ragazzi), o atti comunque legati alla sfera sessuale, come la richiesta di immagini intime a fronte di soldi o regali, o la diffusione delle stesse senza alcun consenso.
L’indagine nasce ovviamente con propositi ‘educativi’ – soprattutto per i più grandi – Ad esempio oggi 1 genitore su 4 ha affermato che in nessuno dei luoghi ricreativi frequentati dai propri figli (palestre, oratori, centri sportivi), è ma stato informato sul come comportarsi qualora il figlio denunciasse loro di essere stato vittima di abusi, maltrattamenti, o bullismo. Nel nostro Paese infatti manca infatti una politica di informazione e prevenzione, Nella stessa scuola ad esempio un genitore su 3, ed un ragazzo su 5, hanno affermato che non vi sono ‘metodi’ o regole particolari per tutelare i minori.
Dunque, a fronte di un’esperienza lunga 100 anni, l’Organizzazione internazionale (che lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro), sta ora lavorando affinché anche nel nostro Paese si giunga all’adozione da parte di quanti operano con i minori, di una sorta di sistema di sistema di tutela. Nello specifico, una ‘Child Safeguarding Policy’.
Max